Covid-19 ed economia: intervista ad Alessandro Marinella
Il Covid-19, oltre all’enorme emergenza sanitaria che ha scaturito con la sua diffusione, sta avendo dei risvolti drammatici anche sull’economia reale. Il mondo delle imprese si trova a fronteggiare una delle crisi più importanti dal dopoguerra ad oggi. Il periodo segna profonde incertezze nel mondo del lavoro e moltissimi imprenditori non hanno risorse e mezzi a sufficienza per far fronte alle tante problematiche derivanti dalla chiusura delle loro attività. In questa intervista abbiamo raccolto i pareri e le considerazioni di Alessandro Marinella, general manager della celebre azienda che esporta lo stile italiano in tutto il mondo.
Come sta e come sta passando questo periodo di quarantena?
La mia quarantena è iniziata quel famoso 8 marzo, di ritorno da un viaggio di lavoro. Oggi a più di un mese da quel giorno, la pazienza comincia a scarseggiare e la voglia di fare comincia a prendere il sopravvento. Per fortuna però, in famiglia stiamo tutti bene. Durante questo periodo sto cercando di usufruire di tutto questo tempo concessoci per pensare, riflettere su cosa poter fare nel breve periodo ma soprattutto al come, considerando le inevitabili restrizioni alle quali saremo sottoposti. Molto spesso ci troviamo ad affrontare giornate in cui, trasportati dagli eventi e dagli impegni che si susseguono, non riusciamo a fermarci anche solo un istante per riflettere. Questa che stiamo vivendo oggi è una condizione dove, indispensabile diventa la programmazione e la pianificazione futura, anche se ipotetica, delle nostre vite ed attività lavorative. Non anticipare ad oggi, sarebbe una condizione tanto invalidante da risultare difficilmente recuperabile. Non mancano ovviamente in questa quarantena, allenamenti domestici ed esperimenti culinari.
La soddisfano le attuali misure intraprese sia dal Governo che dalla Regione Campania per fronteggiare le difficoltà economiche dovute alla diffusione del Covid-19?
Per quanto riguarda i provvedimenti intrapresi dalla regione Campania devo dire che nel limite del possibile sta dimostrando una grande vicinanza a chi si trova in una situazione di difficoltà. Contributi a lavoratori autonomi e microimprese stanziati nell’ultimo Piano socio economico sono certamente un ottimo segnale. Diverso è il discorso per le misure che il governo sta adottando per affrontare questo momento drammatico. Analizzando il decreto legge n.23 dell 8 aprile 2020, il cosiddetto “Decreto Liquidità” mi viene da pensare che sicuramente si sta smuovendo qualcosa ma purtroppo non è ancora sufficiente per mettere al riparo il tessuto economico del nostro paese. Degna di nota è sicuramente la volontà da parte del Governo di salvaguardare il principio di Continuità Aziendale come evidenziato nell’ art 7 del decreto dove viene affermato che nella redazione dei bilanci di esercizio in corso nel 2020, è possibile operare una valutazione delle voci di bilancio tenendo in considerazione la situazione esistente alla data di entrata in vigore delle prime misure collegate all’emergenza, cioè al 23 febbraio 2020. Diversamente, a causa della situazione anomala determinatasi dopo questa data, numerose imprese sarebbero tenute a redigere i bilanci senza l’ottica della continuità aziendale. In modo analogo, la misura si applica anche ai bilanci chiusi entro quella data e non ancora approvati. È ovvio che anche l’immissione di liquidità è un elemento positivo ma va riconosciuto che se per alcune aziende è un’autentica “boccata d’ossigeno” per molte altre parliamo di una goccia nell’oceano, ragion per cui ci aspettiamo certamente nuove misure. Va sicuramente detto che fino a questo momento il Governo non è stato supportato minimamente dall’UE e mi sembra chiaro che per poter potenziare i provvedimenti, l’intervento dell’Europa sia di vitale importanza. Ci troviamo in una situazione che richiede un’Europa più unita che mai, condizione sine qua non di una catastrofe economica senza precedenti.
Quali scenari, secondo lei, si presenteranno dopo la fine dell’emergenza?
Con l’avvento della digitalizzazione, i social network, ecc. vi è stata una sempre più veloce propensione al “contatto” digitale a discapito di quello fisico. Sicuramente questo può essere considerato un ulteriore grande passo verso questa direzione. Basti pensare all’evoluzione in termini di utilizzo di tutte quelle piattaforme per videochiamate e video conferenze. In genere dopo grandi eventi negativi come questo, segue una grande crescita economica. Purtroppo però, questa volta lo scenario sarà diverso. La ripartenza economica, ma soprattutto quella morale, sarà frenata inevitabilmente dalla paura e dalle restrizioni necessarie affinché non vi sia una ricaduta. Detto questo però, credo che dopo un periodo di tempo che si estenderà fino a che tutta la popolazione non sarà vaccinata, il mondo tornerà ad esistere come lo conoscevamo prima di tutto questo.
Quanto tempo pensa che occorrerà prima di tornare del tutto alla normalità e quali saranno, secondo lei, i risvolti in campo economico che si verificheranno?
Una volta superata la fase critica che stiamo vivendo, nella quale non vi è libera circolazione di beni e servizi, credo ci sarà una fase ibrida nella quale, anche se non scritte, ci saranno regole morali che penalizzeranno inevitabilmente assembramenti ed aggregazioni di persone in tutti gli ambiti. Infine, si giungerà, molto lentamente, alla fase finale, nella quale coscienziosi dell’accaduto, si tornerà pian piano alla normalità. Fase questa, che stimo possa iniziare in primavera/estate del prossimo anno. In campo economico, invece, se governo ed Europa non prenderanno congiuntamente provvedimenti seri e immediati per far fronte alla situazione i risvolti economici saranno sicuramente negativi. Ci saranno realtà che, un po’ per solidità finanziaria pregressa, un po’ per la capacità di reinventarsi riusciranno a sopravvivere. Un destino differente attende invece tutte le altre realtà in situazioni pregresse di incertezza.
Quali misure suggerisce ai vertici di governo per aiutare gli imprenditori a far fronte alle enormi difficoltà che già ci sono e che ci saranno ancor di più dopo la fine del periodo di quarantena?
Mi rendo conto che la situazione è critica, ma se dovessi pensare ad ulteriori misure di emergenza mi vengono in mente due parole: liquidità e fiscalità. Per liquidità intendo rendere disponibile quanto più denaro possibile in maniera rapida e agevole; per fiscalità invece, creare un sistema di credito d’imposta bilaterale. Mi spiego facendo un esempio: nel Decreto Cura Italia tra le varie misure, il Governo ha introdotto, nell’ambito dei contratti di locazione per immobili ad uso commerciale, la possibilità per il conduttore di fruire di un credito d’imposta pari al 60% del canone mensile nel caso in cui riesca a far fronte alla spesa. Cosa positiva ma, se quest’ultimo non dovesse pagare? Quali sarebbero le sorti del locatore? Ed ecco che entra in gioco la bilateralità a cui mi riferivo prima, ovvero dare la possibilità al locatore di fruire di un credito d’imposta pari al 60% del mancato incasso del canone mensile. Questo sistema di “credito d’imposta bilaterale” si potrebbe applicare a molti altri rapporti economici. E’chiaro che sarebbe una misura temporanea per far fronte ad una carenza di liquidità, ma che comunque trovo possa essere molto utile per tamponare questa emorragia che ci troviamo ad affrontare. Tutto questo sarà possibile solo con l’aiuto dell’Unione Europea, player fondamentale in questo momento.
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Mario Nocera, nato a Napoli il 04/01/1992
Direttore Area: Politica Economica
Responsabile sviluppo business
Laurea Magistrale in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni presso: l’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Tesi di Laurea in: Teoria dell Sviluppo umano.
Titolo Tesi: ”Le diseguaglianze in Italia : il divario tra Nord e Sud”
Interessi: economia, finanza, politica, attualità e sociologia.
Contatti: mario.nocera@iusinitinere.it