giovedì, Marzo 28, 2024
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Interdittive antimafia: la pronuncia del TAR Napoli

interdittive antimafia

 

Il TAR Napoli si è recentemente pronunciato[1]  in ordine alla richiesta di annullamento – previa sospensione –  di un’interdittiva antimafia resa lo scorso maggio[2], rigettando i motivi del ricorso per infondatezza.

Il Collegio, ha infatti ritenuto legittima l’adozione dell’interdittiva nel caso de quo, in ragione della disciplina di cui agli artt. 84 e 91, del decreto legislativo 159 del 2011[3], sul presupposto che l’Autorità prefettizia possa considerare rilevante anche solo un rapporto di parentela, quando, data la sua natura ed intensità, questo possa lasciar intendere che l’impresa possa subire un condizionamento anche indiretto – attraverso la famiglia – da parte della mafia. Invero, al fine di emettere il provvedimento prefettizio antimafia,  può ben dirsi sufficiente un “quadro fattuale e indiziario di un tentativo di infiltrazione avente lo scopo di condizionare le scelte dell’impresa, anche se tale scopo non si è in concreto realizzato” e ciò risulta, peraltro, perfettamente coerente con il fenomeno mafioso che non sempre sfocia in fatti oggettivamente illeciti, fermandosi, molto spesso, all’intimidazione ed al celato condizionamento di attività economiche.

Né, secondo i Giudici, può dirsi configgente una tale disciplina con il disposto costituzionale di cui all’art. 117, in relazione all’art. 1 del Protocollo addizionale 1 alla CEDU, sul presupposto che la formula elastica adottata dal legislatore per la disciplina delle interdittive antimafia – che consente di procedere in tal senso anche solo su base indiziaria – deve ritenersi quale corretto bilanciamento di valori coinvolti. Infatti, se da una parte è opportuno fornire adeguata tutela alla libertà di esercizio dell’attività imprenditoriale, dall’altra non può che considerarsi preminente l’esigenza di salvaguardare l’interesse pubblico al presidio del sistema socio-economico da qualsivoglia inquinamento mafioso.

Peraltro, conclude il TAR, proprio al fine di corroborare la compatibilità del sistema che porta all’emanazione di interdittive antimafia anche e soprattutto con le garanzie relative alla persona, al patrimonio e all’attività imprenditoriale, sancite dalla CEDU oltre che dalla nostra Costituzione, occorre ribadire che la valutazione dell’Autorità prefettizia deve essere fondata su «elementi gravi, precisi e concordanti che, alla stregua della logica del ‘più probabile che non’, consentano di ritenere razionalmente credibile il pericolo di infiltrazione mafiosa in base ad un complessivo, oggettivo, e sempre sindacabile in sede giurisdizionale, apprezzamento dei fatti nel loro valore sintomatico». Va inoltre rammentato che «gli elementi di inquinamento mafioso, ben lungi dal costituire un numerus clausus, assumono forme e caratteristiche diverse secondo i tempi, i luoghi e le persone e sfuggono, per l’insidiosa pervasività e mutevolezza, innanzitutto sul piano sociale, del fenomeno della criminalità organizzata, ad un preciso inquadramento», pertanto il riferimento al criterio del “più probabile che non”, lungi dall’essere espressione di un sistema sanzionatorio o di diritto punitivo, va inteso quale strumento di garanzia e controllo, idoneo a verificare la correttezza dell’inferenza causale che da un insieme di fatti indiziari e sintomatici, consente di pervenire “alla ragionevole conclusione di permeabilità mafiosa”.

[1] TAR Napoli, sez. I, 14 febbraio 2018, n. 1017.

[2] Informativa interdittiva antimafia, prot. n. 101099, del 22 maggio 2017.

[3] Decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, recante “Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136”.

Chiara Svampa

Chiara Svampa nasce a Napoli nel novembre del 1993. Dopo aver conseguito la maturità classica presso il liceo Umberto I di Napoli, si iscrive al Dipartimento di Giurisprudenza presso l'università Federico II di Napoli dove attualmente frequenta l'ultimo anno. Sin da subito animata da grande passione, con il progredire degli studi si interessa in particolar modo al Diritto Amministrativo. A conclusione del suo percorso universitario è infatti impegnata nella redazione della tesi in Diritto Amministrativo relativa alle nuove modalità di conclusione del procedimento amministrativo, seguita dalla Prof. Spagnuolo Vigorita.

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