La pronuncia del Consiglio di Stato sullo spostamento del commercio ambulante, profili e motivazioni
Il commercio ambulante è una vasta disciplina che ricomprende, al suo interno, tutte le attività commerciali che prevedono l’offerta ai consumatori di beni e servizi in maniera itinerante. E’ una forma di commercio dinamica e standardizzata solo nella struttura. Negli anni ha subito varie evoluzioni che ne hanno, di volta in volta, caratterizzato la forma di esercizio. L’ultima innovazione viene da una pronuncia del Consiglio di Stato. Con la sentenza della quinta sezione n° 1816 del 19/04/2017 il Consiglio di Stato si è espresso riguardo il trasferimento legittimo del mercato ( inteso come unione fisica di vari commercianti ambulanti) per salvaguardare il decoro urbano.
La vicenda
La sentenza ripercorre la vicissitudine nata tra alcuni commercianti ambulanti ed il comune di Firenze. Prologo del ricorso è il provvedimento del comune di Firenze emanato nel 2011 con l’intenzione di modificare l’estensione dell’area occupata dal “Mercato San Lorenzo”. Conseguenzialmente l’emanazione di questo atto si è avuta la perdita di efficacia di varie concessioni di occupazione di suolo pubblico e lo spostamento di talune attività commerciali. Questa modifica ha leso una serie di commercianti che hanno deciso di impugnare il provvedimento dinanzi il TAR.
Il Giudice amministrativo in primo grado, ha rigettato le censure proposte. I proponenti, dopo l’esito negativo del primo grado, hanno impugnato la sentenza di primo grado.
Le motivazioni dei ricorrenti riguardano il loro interesse economico leso dalla cessazione dell’efficacia dell’autorizzazione, o lo spostamento della stessa, e la natura del Mercato di San Lorenzo, uno spazio considerato patrimonio culturale della città di Firenze.
Contrapposti agli interessi dei commercianti c’è quello del Comune di Firenze al miglioramento del decoro urbano e dell’ordine pubblico.
Nel caso di specie oltre gli interessi privati e quello pubblico del miglioramento del decoro urbano, bisogna, necessariamente, tenere in considerazione la connotazione di bene paesaggistico del Mercato, il quale, inoltre, è uno dei luoghi che caratterizzano l’identità culturale della città.
Per ben capire l’evolversi della vicenda bisogna fare un passo indietro, fino ad arrivare alle motivazioni che hanno spinto il Comune ad emanare un atto che modificasse il commercio itinerante del Mercato. L’amministrazione ha fatto sapere che le motivazioni che hanno portato alla modifica nascono da una “ criticità rilevate in termini di degrado e sicurezza urbana”, creata dall’abusivismo e dall’evasione tributaria. Un altro problema che con le nuove disposizioni amministrative è stato poi risolto, è quello dell’accesso all’area da parte di mezzi di soccorso. Questa problematica era stata già più volte sottolineata dalle autorità competenti. Altra criticità dell’area era quella dell’accessibilità al sagrato della basilica di San Lorenzo. Il Mercato ne copriva gran parte impedendone anche la visibilità.
Le motivazioni del Consiglio di Stato
Il Consiglio, che ha respinto l’impugnazione dei commercianti, ha individuato le motivazioni della sua pronuncia negli elementi essenziali che compongono la questione.
Il punto di partenza della vicenda è il mutamento delle condizioni di svolgimento del Mercato. L’atto amministrativo si basa su ragioni di ordine pubblico e persegue l’interesse di ottimizzazione dello sviluppo commerciale ambulante. Gli interessi portati dinanzi il Consiglio dai commercianti sono stati ritenuti “deboli” per due serie di motivazioni. La prima riguarda lo spostamento e il non annullamento dell’esercizio commerciale ambulante. In altri termini ai commercianti non è stato vietato l’esercizio economico, ma esso è stato traslato verso un’altra zona, sebbene periferica, della città. Lo spostamento dell’esercizio commerciale crea una lesione economica ai commercianti, che però, se confrontata con la motivazione che ha portato la traslazione dell’attività economica, essa risulta “debole e non accoglibile”.
Il Consiglio, quindi, ha reputato “ben utilizzata” la discrezionalità amministrativa di emanazione di atti di modifica del comune di Firenze.
Il punto più controverso, in materia, riguarda la caratterizzazione del Mercato quale bene culturale. Dalla pronuncia risulta evidente che è la Basilica di San Lorenzo insieme al suo Sagrato il patrimonio fisico della città di Firenze, ed è quindi la Basilica il bene culturale da salvaguardare. Secondo questa precisazione, quindi, non solo il Mercato può essere considerato un bene culturale in quanto annesso alla Basilica, ma si deve necessariamente tenere conto che lo svolgimento del Mercato, spesso, creava difficoltà per l’accesso alla Basilica. In conclusione, il Consiglio di Stato ha ritenuto che questa accezione presentata dai commercianti sia poco pertinente ed insufficiente.
Il Giudice amministrativo, con questa pronuncia, ha difeso un interesse pubblico sia di godimento di un bene culturale che di miglioria del decoro urbano. I commercianti, quindi, dovranno esercitare la propria professione ambulante in nuovi spazi, lasciando quello che, nell’evoluzione storica della città non rappresenta più il luogo adatto allo svolgimento del commercio itinerante. Il trasferimento legittimo, ergo, è incontrovertibilmente ammesso.
Mirella Astarita nasce a Nocera Inferiore nel 1993. Dopo la maturità classica prosegue i suoi studi presso la facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo Federiciano.
Amante fin da piccola della letteratura e dei mondi a cui dà accesso, crescendo impara a guardare e raccontare con occhio critico ciò che la circonda. Le piace viaggiare, conoscere posti nuovi, sentire le loro storie ed immaginare come possa essere vivere lì. Di indole curiosa lascia poche cose al caso.
La sua passione verso il diritto amministrativo nasce seguendo i primi corsi di questa materia. Attenta all’incidenza che ha questa sfera del diritto nei rapporti giuridici, le piace sviscerare fino in fondo i suoi problemi ed i punti di forza.
Attualmente è impegnata nella stesura di una tesi di diritto amministrativo comparato, riguardante i sistemi di sicurezza.