Intelligenza artificiale e sostenibilità
Intelligenza artificiale e sostenibilità
a cura di Elena Wang. Articolo parte del progetto “Newsletter” di ELSA Perugia
Lo sviluppo sostenibile rappresenta oggigiorno un tema di notevole rilevanza, affiancandosi alla centralità che vanno via via parallelamente acquisendo le tematiche sociali, ambientali ed ecologiche: è invero oramai indubbio che il pianeta in cui viviamo soffra l’urgenza di un’adeguata tutela e protezione, da realizzarsi per mezzo di un consumo e una produzione sostenibili, affinché sia in grado di supportare nella maniera più efficiente possibile i bisogni delle generazioni presenti e future. Proprio per tale motivo, sono stati sviluppati i noti Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals o SDG). Si tratta di una raccolta di 17 obiettivi globali, a loro volta suddivisi in 169 sotto-obiettivi o target, da concretizzarsi auspicabilmente entro il 2030. La loro realizzazione mira al raggiungimento di un futuro migliore, in cui siano garantiti i diritti fondamentali ed adeguate condizioni di salute, caratterizzato altresì da economie green basate sui principi di uguaglianza e di inclusività[1].
In tale contesto, trova senz’altro posto l’intelligenza artificiale, strumento dotato del potenziale per aiutare nel raggiungimento di tali ambiziosi Obiettivi; in particolare, essa può essere adoperata per monitorare e calcolare la sostenibilità nonché per ridurre l’insostenibilità. A tal riguardo, assistiamo oggigiorno alla nascita ed allo sviluppo di molteplici iniziative volte ad incoraggiare l’utilizzo della tecnologia nell’affrontare i menzionati Obiettivi di Sviluppo Sostenibile: di notevole rilievo è il progetto “Computational Sustainability” diretto da Carla Gomez, direttrice dell’Istituto per la Sostenibilità Computazionale presso la Cornell University, con l’obiettivo espresso di sviluppare metodi computazionali idonei a supportare la risoluzione di talune sfide cruciali concernenti le questioni ambientali, economiche e sociali. In altri termini, l’ambizioso progetto si propone di intraprendere, in tal modo, un percorso verso un futuro più sostenibile.
Guardando alla sostenibilità nella sua dimensione ambientale, l’intelligenza artificiale può trovare concreta applicazione con riferimento alla progettazione ed al funzionamento di parchi eolici e solari, svolgendo un importante ruolo di orientamento delle teste delle turbine al fine di catturare una maggiore porzione del vento in arrivo, sulla base della direzione calcolata dai sensori; similmente, l’intelligenza artificiale trova oggigiorno ampio spazio in relazione alla conservazione della fauna selvatica, alla pianificazione ed alla gestione urbana, nonché nell’ambito della costruzione delle c.d. città intelligenti.
In campo agricolo, l’agricoltura di precisione sta anch’essa rivoluzionando numerosi aspetti dei sistemi di produzione agroalimentare mediante l’ausilio di robot in grado di calcolare celermente l’esatta condizione del terreno e delle coltivazioni. Si segnala come l’industria manifatturiera e la lavorazione del cibo traggano, senza dubbio, enormi vantaggi dall’utilizzo di robot e di macchine idonei ad aiutare l’uomo, rendendo meno faticose e più sostenibili le attività di lavorazione delle materie prime.
A beneficiare della potente intelligenza artificiale non è tuttavia solamente la sfera ambientale. Anche la vendita, la comunicazione e l’educazione delle persone possono invero trarre vantaggi consistenti da un proficuo utilizzo di tali mezzi. In siffatto contesto, è di tutta evidenza il ruolo giocato dall’e-commerce, strumento idoneo a consentire anche ad imprenditori “isolati” di collegarsi ad una rete più ampia, il cui uso è cresciuto sensibilmente nel corso della crisi pandemica che oramai da due anni a questa parte ha stravolto le nostre routines. Analogamente, l’educazione in modalità on-line si è rivelata, in un momento di distanziamento sociale obbligato, imprescindibile e di assoluta utilità, al fine di garantire un’adeguata educazione a tutti i giovani, indipendentemente dalle infrastrutture di cui ciascun Paese dispone.
Dal punto di vista più strettamente sociale, è stato segnalato come l’intelligenza artificiale sia d’ausilio, per mezzo di immagini satellitari, nel processo di identificazione delle aree di povertà nonché nel sostenimento di azioni internazionali. In aggiunta a ciò, i vantaggi tecnologici dalla stessa forniti sono sovente in grado di produrre un impatto positivo sull’economia, grazie alla capacità di aumentare la produttività e di automatizzare taluni processi decisionali[2].
Una recente analisi ha dimostrato che i sistemi di intelligenza artificiale possono giocare, se utilizzati in maniera corretta, un ruolo rilevante altresì nella riduzione delle disuguaglianze. L’assenza di equità nella distribuzione dei redditi si è invero diffusa a livello globale in maniera allarmante ed, a partire dal secondo conflitto bellico mondiale, si è attestata ai livelli più elevati nei paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo (OCSE). Tali disparità di reddito risultano inoltre ancora più evidenti qualora abbinate ad una distribuzione della ricchezza non omogenea, in particolare in quei paesi, come gli Stati Uniti, che presentano in partenza alti livelli di ineguaglianza. In tale contesto, i c.d. sistemi di “machine learning” possono fornire un rilevante aiuto, tra le altre cose, nell’individuazione dei soggetti a rischio e nella conseguente prevenzione di situazioni d’emergenza, nella riduzione del ricorso alla finanziarizzazione dell’economia, nell’aumento dell’occupazione.
Con riferimento a tale ultimo aspetto, è stato segnalato un progetto messo in campo dalla Società U-Planner, in cui dato un soggetto migrante ed un lavoro sul Web che questi desidera svolgere, gli strumenti digitali imparano la sequenza di micro-compiti più adatti ad aiutare lo stesso a sviluppare le competenze digitali adeguate al completamento del lavoro. Il meccanismo alla base prevede che i lavoratori si aiutino a vicenda a raccomandare quali micro-compiti necessitino di essere implementati al fine di sviluppare determinate competenze digitali sul posto di lavoro; tali informazioni vengono successivamente utilizzate dal sistema al fine di identificare le tipologie di compiti più convenienti per lo sviluppo di specifiche competenze. I risultati prodotti da tali strumenti sono tangibili, avendo essi contribuito all’addestramento di centinaia di lavoratori in migliaia di differenti attività digitali, parallelamente consentendo ai medesimi di accedere altresì, alla luce del possesso di competenze più specializzate, ad opportunità professionali meglio retribuite[3].
Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Nature Communications” nel Gennaio 2020 ha tuttavia evidenziato la necessità di un uso ragionato e prudente dei sistemi digitali, mostrando come l’intelligenza artificiale sia in grado di avere un impatto positivo sul 79% dei target, ma possa, al contempo, avere altresì un effetto contrario sul 35% degli stessi[4]: prendendo in considerazione gli obiettivi concernenti la categoria sociale, se da un lato la tecnologia può essere d’ausilio nella fornitura di cibo e nell’assistenza sanitaria nonché incentivare l’utilizzo di energie rinnovabili e lo sviluppo di città verdi, dall’altro sono inevitabilmente richieste ingenti risorse computazionali disponibili solamente mediante centri di calcolo con un forte impatto energetico; questo potrebbe, ad esempio, essere ridotto per mezzo di sistemi di raffreddamento più efficienti per data center e di un miglior utilizzo delle energie rinnovabili.
Analogamente, in ambito di disuguaglianze, la sostituzione, favorita dai processi digitali, delle occupazioni tradizionali con nuove posizioni richiedenti maggiori competenze, potrebbe produrre l’opposto effetto di avvantaggiare in maniera eccessiva la classe sociale maggiormente istruita, a scapito invece di quanti presentino maggiori difficoltà nell’accesso all’istruzione.
[1] P. Cozzi, “Raggiungimento degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile: quale ruolo per l’intelligenza artificiale?”, luglio 2021, disponibile qui: https://tech4future.info/intelligenza-artificiale-agenda-2030/
[2] E. Costantino e A. Reghelin, “Intelligenza Artificiale come leva per lo sviluppo sostenibile”, febbraio 2022, disponibile qui: https://www.esg360.it/digital-for-esg/intelligenza-artificiale-come-leva-per-lo-sviluppo-sostenibile/
[3] E. Girardi e P. Poccianti, L’intelligenza artificiale per lo sviluppo sostenibile, luglio 2021.
[4] A. Barisan e A. Loreggia, “Intelligenza artificiale, così aiuterà a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile”, marzo 2021, disponibile qui: https://www.agendadigitale.eu/smart-city/intelligenza-artificiale-cosi-aiutera-a-raggiungere-gli-obiettivi-di-sviluppo-sostenibile/
Bibliografia
Barisan A. e Loreggia A., “Intelligenza artificiale, così aiuterà a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile”, marzo 2021, disponibile qui: https://www.agendadigitale.eu/smart-city/intelligenza-artificiale-cosi-aiutera-a-raggiungere-gli-obiettivi-di-sviluppo-sostenibile
Costantino E. e Reghelin A., “Intelligenza Artificiale come leva per lo sviluppo sostenibile”, febbraio 2022, disponibile qui: https://www.esg360.it/digital-for-esg/intelligenza-artificiale-come-leva-per-lo-sviluppo-sostenibile/
Cozzi P., “Raggiungimento degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile: quale ruolo per l’intelligenza artificiale?”, luglio 2021, disponibile qui: https://tech4future.info/intelligenza-artificiale-agenda-2030/
Girardi E. e Poccianti P., L’intelligenza artificiale per lo sviluppo sostenibile, luglio 2021.