L’Italia lancia la strategia nazionale per l’Intelligenza Artificiale
L’Italia lancia la strategia nazionale per l’Intelligenza Artificiale
a cura di Dott.ssa Gabriella Amato
Premessa
L’Intelligenza Artificiale rappresenta, nel contesto attuale, un imperativo per lo sviluppo della società. L’ecosistema IA, con il suo potenziale e le prospettive di applicazione sulle quali ci si sta concentrando, costituisce un fattore centrale per la trasformazione digitale e, pertanto, per lo sviluppo della competitività a livello globale. E’ necessario che i governi nazionali assumano un ruolo proattivo per sostenere ed accompagnare l’implementazione dell’IA, per arginare il rischio di perdere importanti opportunità di crescita e di subire danni derivanti da usi impropri del progresso tecnologico. In questo quadro, la predisposizione ed adozione di strategie di lungo periodo si pone come necessaria al fine di guidare gli Stati nella giusta direzione: quella di sfruttare tutte le potenzialità dell’IA ed in modo corretto.
Con particolare riferimento al nostro Paese, l’ecosistema italiano di Intelligenza Artificiale, sebbene in evoluzione, non è ancora pienamente sfruttato. Esso è contraddistinto da comunità di ricerca molto attive ma frammentate, perché spesso di piccola scala e connotate da scarsa interoperabilità. Come evidenziato nelle pagine introduttive del Programma[1], la bassa interdisciplinarità nei laboratori, la mancanza di massa critica e lo scarso finanziamento pubblico e privato costituiscono un grande limite della ricerca in Italia, nonostante l’eccellenza del suo metodo sia riconosciuta a livello internazionale. Accanto alle Università e ai centri di ricerca, l’Italia dispone altresì di un’ampia rete di centri di trasferimento tecnologico, che si impegnano nelle campagne di sensibilizzazione alla digitalizzazione, nella formazione e nella pianificazione strategica. Tuttavia, mancano una sinergia ed una connessione strutturale tra tali attori, elementi essenziali per un sistema più competitivo ed efficiente. Inoltre, poche sono state, sinora, le applicazioni pratiche dei risultati raggiunti, dal momento che poche realtà, tra settore pubblico e settore privato, hanno adottato per i loro processi interni soluzioni IA.
In questo quadro e nell’ottica di potenziare il sistema, lo scorso 24 novembre il Governo italiano, in linea con la Strategia Europea[2], ha adottato il Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale per il triennio 2022-2024, frutto del lavoro congiunto di tre ministeri: il Ministero dell’Università e della ricerca, il Ministero dello sviluppo economico ed il Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale.
Possiamo dire che il Programma ha una struttura piramidale: al vertice, vengono definiti i cinque principi guida ai quali la sua attuazione deve ispirarsi; successivamente, vengono descritti gli obiettivi che, nel rispetto di quei principi, vanno perseguiti; in terzo luogo, sono individuati i settori principali in cui l’Italia intende investire maggiormente; da ultimo, vengono definite le tre macro-aree di intervento, nelle quali implementare ventiquattro politiche entro i prossimi tre anni, al fine di rendere anche l’Italia un “polo globale di ricerca ed innovazione”[3].
I principi guida:
Il programma deve ispirarsi a cinque “principi guida”:
- Innanzitutto, l’IA italiana è un’IA europea. Come noto, nell’ambito della Strategia Europea per l’IA, la Commissione Europea ha pubblicato, lo scorso 21 aprile, la proposta di regolamento dell’Intelligenza Artificiale[4], che tratteggia il primo quadro giuridico europeo sul tema e che, inter alia, definisce l’approccio di base che deve caratterizzare l’azione degli Stati Membri, condiviso anche dal nostro Programma: i governi nazionali devono agire in maniera coordinata, armonizzando le loro politiche di implementazione dell’IA, affinché l’Europa tutta diventi maggiormente competitiva.
- L’Italia sarà un polo globale di ricerca ed innovazione dell’IA: per un ecosistema IA all’avanguardia, è essenziale che l’Italia investi nella ricerca e nello sviluppo. A tal fine, il Programma individua le fonti di investimento, europee e nazionali, per sostenere i progetti.
- L’IA italiana sarà antropocentrica, affidabile e sostenibile: lo sviluppo IA deve essere incentrato sull’inclusione economica e sociale, sui diritti umani e sulla sostenibilità ambientale. L’Italia aderisce alle “Linee guida etiche per un programma di orientamento e attuazione affidabile dell’IA” definite dall’ High Level Expert Group on AI.
- Le aziende italiane diventeranno leader nella ricerca, nello sviluppo e nell’innovazione dell’IA: le imprese private – insieme alle comunità di ricerca, ai centri di trasferimento tecnologico e alla pubblica amministrazione – figurano tra i principali protagonisti della trasformazione digitale, pertanto devono adottare soluzioni di Intelligenza Artificiale ed essere messe in condizioni di farlo.
- Le pubbliche amministrazioni italiane governeranno l’IA e governeranno con l’IA: “govern AI and govern with AI”, questa la formula che sintetizza il principio che deve ispirare l’azione della P.A. Da un lato, governare l’IA per attenuarne i potenziali rischi, seguendo le linee guida etiche di cui al punto 1.3.; dall’altro, utilizzare le applicazioni IA per migliorare i propri processi interni, attraverso un uso responsabile dei dati e delle nuove tecnologie.
Gli obiettivi:
Nel rispetto dei principi guida delineati nel paragrafo precedente, sono sei gli obiettivi che il Programma propone di perseguire per un sistema IA che sfrutti al massimo i punti di forza che l’Italia possiede:
- Rafforzare la ricerca di frontiera dell’IA, prediligendo un approccio multidisciplinare.
- Ridurre la frammentazione della ricerca, aiutandola a raggiungere massa critica e promuovendo una maggiore collaborazione tra le diverse comunità di ricerca.
- Sviluppare ed adottare un’IA antropocentrica ed affidabile, non trascurando il profilo etico.
- Aumentare l’innovazione basata sull’IA e lo sviluppo della tecnologia di IA, trasferendo i risultati della ricerca sul mercato, promuovendo investimenti industriali e facilitando l’adozione di applicazioni IA anche nelle PMI.
- Sviluppare politiche e servizi basati sull’IA nel settore pubblico, per una P.A. più efficiente ed, anch’essa, competitiva.
- Creare, trattenere ed attrarre ricercatori di IA in Italia, in tutti i livelli di istruzione, prestando una maggiore attenzione alla valorizzazione della diversità ed evitando divari di genere[5].
I settori prioritari:
Se gli obiettivi appena illustrati definiscono le ambizioni del Programma, i settori prioritari individuati definiscono dove l’Italia intende maggiormente investire al fine del loro perseguimento, alcuni dei quali già in possesso di un vantaggio competitivo, che va tuttavia ancora sviluppato. Essi sono:
- Industria e manifatturiero
- Sistema educativo
- Agroalimentare
- Cultura e turismo
- Salute e benessere
- Ambiente, infrastrutture e reti
- Banche, finanza e assicurazioni
- Pubblica Amministrazione
- Città, aree e comunità intelligenti
- Sicurezza nazionale
- Tecnologie dell’informazione.
Aree di intervento
A valle della piramide, il Programma illustra come la strategia si propone di raggiungere gli obiettivi dichiarati (nei settori principali appena descritti). In particolare, le macro-aree di intervento individuate sono tre:
- Talenti e competenze: per essere all’avanguardia nella ricerca sull’IA, l’Italia deve attrarre più ricercatori, soprattutto nelle materie STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics), promuovendo corsi e carriere e stanziando più fondi per la loro attivazione.
- Ricerca: l’Italia deve ampliare e migliorare i programmi di dottorato, nonché istituire nuove cattedre; deve, inoltre, impegnarsi a ridurre il divario tra ricerca fondamentale e ricerca applicata, favorendo le collaborazioni tra mondo accademico, altri centri ed enti di ricerca, settore pubblico e settore privato: una connessione strutturale tra tutti gli attori è fondamentale per un sistema di IA che guardi al futuro.
- Applicazioni: come accennato, le aziende italiane e la pubblica amministrazione sono state sinora lente nell’adozione di soluzioni di Intelligenza Artificiale. Il Programma Strategico propone, pertanto, una serie di politiche volte ad ampliare l’applicazione dell’IA sia nel settore pubblico che nel settore privato, attraverso più mirati piani di modernizzazione.
Per rispondere a tali sfide, la strategia nazionale prevede ventiquattro politiche da implementare nel prossimo triennio nell’ambito di tali aree di intervento, che è possibile consultare alla pagina 7 del Programma Strategico[6].
Conclusioni
L’Intelligenza Artificiale è oggi una tecnologia estremamente potente, che ha ed avrà sempre più impatto sulle nostre vite, sull’economia, sul lavoro, ma anche sulla democrazia, sul cambiamento climatico, sulla biodiversità. [7]
La strategia italiana di sviluppo ed applicazione IA era attesa da tempo. Almeno sulla carta, il Programma è coerente con la strategia delineata in sede europea; esso appare esaustivo ed idoneo ad incrementare i vantaggi dell’Intelligenza Artificiale e ad evitare i rischi di una sua scorretta applicazione.
Sarà il tempo – e, precisamente, il prossimo triennio – a dirci se le politiche delineate saranno effettivamente attuate.
[1] Il Programma Strategico Intelligenza Artificiale è consultabile al seguente link: Programma Strategico Intelligenza Artificiale.pdf.
[2] L’Intelligenza Artificiale per l’Europa, Aprile 2018, consultabile qui: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52018DC0237&from=EN.
[3] V. paragrafo successivo, punto 1.2.
[4] Proposta di regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio che stabilisce regole armonizzate sull’ Intelligenza Artificiale, Aprile 2021, https://eur-lex.europa.eu/resource.html?uri=cellar:e0649735-a372-11eb-9585-01aa75ed71a1.0006.02/DOC_1&format=PDF. Sul punto si veda anche: Intelligenza Artificiale, la Commissione europea presenta la proposta di regolamento, Ius in itinere, disponibile qui: https://www.iusinitinere.it/intelligenza-artificiale-la-commissione-europea-presenta-la-proposta-di-regolamento-38085
[5] Tra i punti di debolezza nella ricerca in ambito IA, il Programma evidenzia il divario di genere significativo: secondo un sondaggio del 2020 di CINILab AIIS National Assembly sui suoi membri, solo il 19,6% dei ricercatori di IA sono donne.
[6] Di seguito il link del documento: Programma Strategico Intelligenza Artificiale.pdf.
[7] Sul tema, il CNR ha pubblicato un interessante report consultabile qui: CNR_Artificial Intelligence.pdf.