Il Mar Cinese Meridionale e la strategia della Cina: le isole artificiali
Fiery Cross è un piccola isola situata nel Mar Cinese Meridionale, che, nonostante le sue ridotte dimensioni, ospita una pista di decollo, una base militare, un sistema di difesa antiaereo e 200 truppe della Repubblica Popolare Cinese. Questa è solo una delle numerose isole artificiali costruite dalla Cina all’interno dell’arcipelago delle isole Spratly: un’operazione su larga scala, definita dall’ammiraglio Americano Harry Harris, come la “Grande Muraglia di Sabbia”.
Il Mar Cinese Meriodionale ha un ruolo chiave all’interno dell’economia globale: ogni anno merci per un valore di 5 trilioni di dollari americani passano attraverso questa rotta (circa il 30% di tutte le rotte commerciali mondiali); inoltre la zona è ricchissima di petrolio e di gas naturale ed il 10% di tutta l’attività di pesca mondiale avviene in quelle acque. Per questo motivo la Cina non è l’unica a reclamarne il possesso, ma hanno mostrato interesse anche Brunei, Taiwan, Malesia, Indonesia, Filippine e Vietnam.
Molti di questi Paesi basano le proprie rivendicazioni sulla base della Convezione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) ed in particolare in riferimento alla Zona Economica Esclusiva che in base all’art. 57 della stessa Convenzione si estende fino a 200 miglia nautiche dalla costa; all’interno delle 200 miglia nautiche i Paesi hanno diritti esclusivi sulle risorse presenti nelle acque.
La Cina, a sua volta, reclama gran parte del Mar Cinese Meridionale motivando di avere un controllo storico della regione e rifiutandosi di applicare la Convenzione di Montego Bay (UNCLOS), facendo piuttosto affidamento sulla cosiddetta “linea dei 9 trattini” creata a seguito della sconfitta del Giappone al termine della II Guerra Mondiale.
Il 12 Luglio 2016, però, la Corte permanente di arbitrato all’Aia ha stabilito che la Cina non ha alcun fondamento legale sul quale basare i propri “diritti storici”.
La sentenza è stata respinta dal Governo cinese e la stessa Corte Permanente ha, dunque, affermato che sono necessari accordi Bilaterali per poter superare l’attuale situazione di stallo.
Al centro del Mar della Cina Meriodanale assume particolare importanza il già menzionato arcipelago delle isole Spratly : poter controllare questa zona vorrebbe dire espandere la Zona Economica Esclusiva nel cuore delle acque contestate.
Ovviamente è molto difficile reclamare un arcipelago disabitato, per questo negli anni vari Paesi hanno cercato di insediare civili e militari sulle isole. La Cina ha, di conseguenza, iniziato la costruzione di numerose isole artificiali al fine di costruire basi militari nella zona; la strategia cinese prevede anche il blocco dei rifornimenti verso le isole controllate dal altri Paesi con l’obiettivo di ottenere il totale controllo dell’arcipelago.
L’aumentare delle tensioni ha portato a vari incidenti internazionali, come nel 2014 quando l’esercito Vietnamese ha reagito alla costruzione di una piattaforma petrolifera cinese all’interno della ZEE Vietnamita terminata col ferimento di 17 vietnamiti e col danneggiamento di navi sia cinesi che vietnamite; nel corso degli anni si sono succeduti numerosi incidenti riguardanti in particolare i pescatori locali.
Le dispute territoriali per il Mar Cinese Meridionale hanno colto l’attenzione anche degli USA che dal 1983 assicurano che la Libertà di Navigazioni così come prevista dalle Nazioni Unite venga rispettata, tale attività riguarda principalmente il pattugliamento delle acque che sono sottoposte a controversia internazionale.
Anche se attualmente le dispute sono rimaste per lo più diplomatiche, recentemente Steve Bannon, l’attuale Capo stratega del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha affermato che un conflitto nella regione è inevitabile.
Mattia Monticelli è nato a Napoli nel 1993, diplomato al Liceo Scientifico Elio Vittorini ed attualmente studente di Giurisprudenza presso la Federico II di Napoli, collabora con Ius in Itinere per l’area di Diritto Internazionale.
È da sempre appassionato dei risvolti pratici del diritto. Il suo interesse lo ha spinto ad entrare in ELSA Napoli ed a partecipare alla MOOT Court di Diritto Privato fin dal primo anno.
Ama viaggiare e scoprire culture e modi di vivere diversi, questo lo ha portato a studiare, fin dal Liceo, l’Inglese conseguendo numerosi certificati. La voglia di viaggiare lo ha motivato a specializzarsi in futuro nel Diritto Internazionale.
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