venerdì, Luglio 26, 2024
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Schiamazzi notturni? Ecco come difendersi

schiamazzi

“I vicini di casa” di locali notturni tanto in voga quanto chiassosi devono, spesso, lottare contro gli schiamazzi notturni.

Vecchia come il mondo è la diatriba che coinvolge i proprietari di locali notturni e gli abitanti nei pressi dell’esercizio commerciale. Casus belli: gli schiamazzi dei clienti e la musica troppo alta. Gli interessi che si contrappongono sono quelli del libero svolgimento del proprio esercizio commerciale contro l’obbligo di rispettare la quiete pubblica . La materia è disciplinata dal codice civile. L’art 844 si rivolge alle immissioni, utilizzando il concetto della “normale tollerabilità” quale criterio di confine tra l’immissione ordinaria e quella illecita. Quando si fa riferimento a “locale pubblico” si intendono tutti i locali aperti al pubblico in cui si svolga un’attività di impresa avente come oggetto la prestazione di servizi variegati . In questi casi vi è la possibilità per il Comune di emettere un’ordinanza di sospensione dell’attività, quando il volume della musica o degli schiamazzi risulti molesto.

Sentenza T.A.R.

Il caso di specie ci viene offerto dal T.A.R Veneto che pochi mesi fa ha rigettato il ricorso di un titolare di un bar, sito nel centro di Verona, che aveva impugnato il provvedimento sospensivo del Comune. Quest’ultimo prima di emettere l’atto decisionale di sospensione, aveva accertato la reiterata violazione del divieto di immissione di attività rumorose eccedenti la “normale tollerabilità”. Al titolare era stato sospeso il permesso di di diffusione di riproduzioni musicali per 28 giorni. Importante, in questo momento, è riscontrare che il provvedimento non si basa esclusivamente sulla musica ma anche sul comportamento rumoroso degli avventori. Questi discutendo animatamente possono recare disturbo  agli abitanti della zona. La responsabilità del gestore ricomprende anche il “controllo” dei clienti, che, se necessario, deve invitare ad adottare un comportamento più consono.

Rimedi

Quando ci si ritrova in queste situazioni, sono pochi e semplici gli step da attuare affinchè il proprio diritto alla quiete venga ripristinato. In primis bisogna effettuare un esposto al Sindaco e, magari, contemporaneamente all’ASL. I vigili Sanitari o i Carabinieri effettueranno i rilievi fonometrici trasmettendo il risultato al Sindaco, che , qualora la situazione di disturbo venga confermata, è obbligato a prendere provvedimenti ( che possano andare da una contravvenzione economica sino, nei casi limite, alla chiusura dell’esercizio). Semmai questi passaggi non dovessero essere sufficienti per salvaguardare il proprio  diritto alla quiete, come è successo, negli ultimi anni, in alcune città metropolitane ed in quelle turistiche (soprattutto se rientranti nella categoria “meta estiva per giovani) ci si può rivolgere al Difensore Civico ed in ultimo alla Magistratura per omissione di atti di ufficio. La procedura è gratuita e non richiede l’assistenza legale.

La materia risulta di alto interesse sociale e giurisprudenziale. Prima nel 2006 e poi nel 2011 su tale proposito si è pronunciata anche le Corte di Cassazione. Ha ribadito la centralità del criterio della normale sopportazione, chiarendone  ulteriormente la modalità di utilizzo. Dalla sua ultima pronuncia è possibile apprendere che anche nei casi in cui i criteri emanati dalla legge speciale in materia di aria, acqua, rumore etc. risultino rispettati, ciò non esula il superamento della soglia di tollerabilità. In fine possiamo concludere che, questa lotta tra il “divertimento ” ed il “sacro riposo”, venga combattuta a suon di reclami, che, laddove sia manifesto l’eccessivo rumore, riconsegna il riposo amato agli abitanti e quello forzato ai proprietari.

 

 

Mirella Astarita

Mirella Astarita nasce a Nocera Inferiore nel 1993. Dopo la maturità classica prosegue i suoi studi presso la facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo Federiciano. Amante fin da piccola della letteratura e dei mondi a cui dà accesso, crescendo impara a guardare e raccontare con occhio critico ciò che la circonda. Le piace viaggiare, conoscere posti nuovi, sentire le loro storie ed immaginare come possa essere vivere lì. Di indole curiosa lascia poche cose al caso. La sua passione verso il diritto amministrativo nasce seguendo i primi corsi di questa materia. Attenta all’incidenza che ha questa sfera del diritto nei rapporti giuridici, le piace sviscerare fino in fondo i suoi problemi ed i punti di forza. Attualmente è impegnata nella stesura di una tesi di diritto amministrativo comparato, riguardante i sistemi di sicurezza.

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