venerdì, Luglio 26, 2024
Criminal & Compliance

Cass. Pen., Sez. I, 7 dicembre 2023, n. 48868 sul quantum edittale per chiedere l’applicazione di una pena sostitutiva

La massima
L’art. 95, comma 1, secondo periodo, D.Lgs. n. 150/2022 che dispone che il condannato a pena detentiva non superiore a quattro anni può presentare istanza per l’applicazione di pena sostitutiva si riferisce alla pena inflitta non a quella da espiare (Cass. Pen., Sez. I, 7.12.2023, n. 48868).

Il caso
La sentenza trae origine dal ricorso per cassazione presentato dal difensore del condannato contro l’ordinanza emessa dalla Corte d’appello, in funzione di giudice dell’esecuzione, che aveva respinto l’istanza di sostituzione della pena residua di anni 3 mesi 9 giorni 26 di reclusione, da espiare, con la sanzione sostitutiva della detenzione domiciliare ex art. 95 D.Lgs. n. 10 ottobre 2022, n. 150.
Il gravame si basava sulla violazione di legge.

La sentenza
La norma generale dell’art. 53 L. n. 689/1981, come modificata dal D.Lgs. n. 150/2022, dispone che il giudice, nel pronunciare sentenza di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti ai sensi dell’art. 444 del codice di procedura penale, quando ritiene di dover determinare la durata della pena detentiva entro il limite di quattro anni, può sostituire tale pena con quella della semilibertà o della detenzione domiciliare; quando ritiene di doverla determinare entro il limite di tre anni, può sostituirla anche con il lavoro di pubblica utilità; quando ritiene di doverla determinare entro il limite di un anno, può sostituirla altresì con la pena pecuniaria della specie corrispondente, determinata ai sensi dell’art. 56-quater.
La norma, quindi, si riferisce pacificamente alla pena inflitta, non a quella da espiare.
La perimetrazione normativa dell’istituto sulla pena inflitta, e non su quella da espiare, risponde all’esigenza razionale di individuazione di una soglia massima di carattere oggettivo, individuata dal giudice in concreto, laddove il riferimento alla pena da espiare consentirebbe di attribuire rilievo a situazioni puramente casuali derivanti dall’esistenza di un più o meno lungo periodo di presofferto, permettendo in questo modo di valicare ciò che la Relazione illustrativa che accompagna il D.Lgs. n. 150/2022, ha definito il limite massimo – cui corrisponde la massima estensione possibile del concetto di pena detentiva breve – che non potrà in ogni caso essere superato.
La Corte di cassazione ha quindi rigettato il ricorso e condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali.

Francesco Martin

Dopo il diploma presso il liceo classico Cavanis di Venezia ha conseguito la laurea in Giurisprudenza (Laurea Magistrale a Ciclo Unico), presso l’Università degli Studi di Verona nell’anno accademico 2016-2017, con una tesi dal titolo “Profili attuali del contrasto al fenomeno della corruzione e responsabilità degli enti” (Relatore Chia.mo Prof. Avv. Lorenzo Picotti), riguardante la tematica della corruzione e il caso del Mose di Venezia. Durante l’ultimo anno universitario ha effettuato uno stage di 180 ore presso l’Ufficio Antimafia della Prefettura UTG di Venezia (Dirigente affidatario Dott. N. Manno), partecipando altresì a svariate conferenze, seminari e incontri di studi in materia giuridica. Dal 30 ottobre 2017 ha svolto la pratica forense presso lo Studio dell’Avv. Antonio Franchini, del Foro di Venezia. Da gennaio a luglio 2020 ha ricoperto il ruolo di assistente volontario presso il Tribunale di Sorveglianza di Venezia (coordinatore Dott. F. Fiorentin) dove approfondisce le tematiche legate all'esecuzione della pena e alla vita dei detenuti e internati all'interno degli istituti penitenziari. Nella sessione 2019-2020 ha conseguito l’abilitazione alla professione forense presso la Corte d’Appello di Venezia e dal 9 novembre 2020 è iscritto all’Ordine degli Avvocati di Venezia. Da gennaio a settembre 2021 ha svolto la professione di avvocato presso lo Studio BM&A - sede di Treviso e da settembre 2021 è associate dell'area penale presso MDA Studio Legale e Tributario - sede di Venezia. Da gennaio 2022 è Cultore di materia di diritto penale 1 e 2 presso l'Università degli Studi di Udine (Prof. Avv. Enrico Amati). Nel luglio 2022 è risultato vincitore della borsa di ricerca senior (IUS/16 Diritto processuale penale), presso l'Università degli Studi di Udine, nell'ambito del progetto UNI4JUSTICE. Nel dicembre 2023 ha frequentato il corso "Sostenibilità e modelli 231. Il ruolo dell'organismo di vigilanza" - SDA Bocconi. È socio della Camera Penale Veneziana “Antonio Pognici”, e socio A.I.G.A. - sede di Venezia.

Lascia un commento