sabato, Aprile 20, 2024
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Fashion Week Digitale: possibile nuova frontiera all’orizzonte?

Fashion Week Digitale: possibile nuova frontiera all’orizzonte?

A cura di Dott. Kristian Massimei

Lo svilupparsi di una Fashion Week Digitale è una conseguenza diretta del momento che stiamo noi tutti vivendo. Difatti, la pandemia internazionale da COVID-19[1] ha mutato – se non cambiato totalmente – le nostre abitudini quotidiane. Il settore del Fashion, come peraltro ogni altro settore aziendale, Italiano e non,  si è adeguato all’attuale situazione mondiale in un unico modo: affidarsi al mondo Tech[2]. Carlo Capasa[3], Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, è convinto, rectius era convinto: “Non si torna più indietro[4]. Il formato digitale ha convinto e sembra esser più coinvolgente che mai. Da quanto si apprende, i primi risultati premiano gli sforzi di un intero sistema che ha dato il meglio pur di non fallire nell’intento. La Live Room, come riportato da MAMe, ha totalizzato 26.187.294 views[5]; si precisa, nell’articolo sopracitato che tale situazione potrebbe essere “un punto di partenza … il digitale supporterà, dunque, le presentazioni fisiche che proprio in questa kermesse ha visto il ritorno di Russi, Inglesi, Spagnoli e Tedeschi”. Agli occhi dello scrivente, la manifestazione rappresenta una vera e propria risposta – concreta – all’esigenza di promuovere e supportare il business dei brand per le prossime collezioni uomo/primavera 2021 e pre-collezioni uomo e donna primavera/estate 2021[6]. Nello show, in particolare, sono stati presentati contenuti fotografici, nonché video, interviste e backstage dei momenti creativi, che hanno dato vita ad un vero e proprio palinsesto ricco e variegato sotto ogni punto di vista. Ciò che ha colpito maggiormente gli esperti del settore, è stata la creazione di un apposita sezione della piattaforma streaming interamente dedicata agli Showroom: uno strumento attivo, nonché utile per l’intera fase di campagna vendita[7]. Continua, poi, Capasa: “In questa situazione di difficoltà è fondamentale dare la possibilità a tutte le aziende di presentare le collezioni … Il nostro obiettivo è sia quello di sostenere la ripartenza dell’intero sistema moda sia di raggiungere i media, i buyers e l’intera fashion comunity attraverso una moltitudine di contenuti, studiati per tutti gli attori del sistema”; nella nota precisa come si “lavora su una piattaforma digitale in cui saranno presentati contenuti fotografici e video; interviste e backstage dei momenti creativi.  Punti di vista alternativi ed unici organizzati in un calendario con slot dedicati ad ogni brand, con l’obiettivo di creare un palinsesto ricco e variegato, fruibile per tutti gli operatori del settore.
Il calendario sarà arricchito di ulteriori contenuti come webinars di approfondimento su tematiche dedicate agli operatori del settore (su accredito), lectio magistralis in live streaming con figure di spicco del fashion system e momenti di intrattenimento/live performance da parte dei creativi
[8]”. L’imprenditore, infine, ribadisce: “mai come oggi i brand sono uniti, ho sempre sottolineato che «l’unione fa la forza» e i numeri ci danno ragione. Il successo di questa edizione di luglio ci dà molta energia per la prossima edizione della fashion week di settembre”.

Questo era il background estivo della Milano Fashion Week; tuttavia, dopo un luglio all’insegna di “passerelle digitali”, la settimana[9] della moda milanese è tornata con le sue sfilate “fisiche”, per un edizione, che si potrebbe definire del tutto hybrid.

Su 64 sfilate in programma, 23 sono state presentate in maniera completamente “fisica”, mentre le restanti 41 sono rimaste in formato digitale, per un totale di 159 appuntamenti[10]. Tra le novità più importanti, si segnalano la presenza, per meglio dire “straordinaria”, di Valentino, dopo ben 13 anni di assenza; mentre, il colosso Armani[11] ha continuato a sfilare “a porte chiuse”, presentando la sua linea “Emporio” in diretta TV. Un ulteriore evento ha fatto audience: il cortometraggio del brand di Laura Biagiotti per la celebrazione del 55simo anniversario dalla sua nascita. Secondo l’analisi di DMR Group[12], la Milano Fashion Week ha raggiunto sui maggiori social network (Facebook, Instagram, Twitter, Youtube e Weibo) più di 105 milioni di utenti, creando un engagement di 2 milioni, per un earned di circa 6 milioni di Euro[13]. Insomma, Milano ha sfidato il Coronavirus con ben 23 presentazioni fisiche; che sia la nascita di un Fashion 4.0 o la vigilia di una rivoluzione?

Difatti, le nuove tecnologie e l’industria della moda hanno già avuto un incontro “ravvicinato”. Tale bisogno, legato alla necessità di offrire al cliente un’esperienza gratificante e personalizzata, sembra esser sempre di più vivo. Ma, attenzione alle conseguenze: è essenziale una previsione, nonché pianificazione della produzione, del merchandising e della gestione degli interi stock fisici.

In particolare modo, vista la situazione attuale, nonché il massiccio calo di fatturato nel settore Fashion, i retailers dovranno dotarsi di un solido e sicuro E-commerce[14] per poter al meglio massimizzare – in sicurezza – le vendite B2C[15]. Difatti, con tale terminologia si intende “ogni forma di vendita e acquisto di prodotti effettuato tramite Internet[16]. In Italia si stimano 29 milioni di consumatori online[17] e ben 2 milioni hanno fatto il primo acquisto durante la pandemia da COVID-19. Nello stesso periodo, nel 2019, i nuovi consumatori digitali sono stati soltanto 700 mila[18].

Di rilevante spessore, poi, saranno gli obblighi prescritti dalla legge in tema di distribuzione e fase post-vendita; in questa area[19], sarà il Codice del Consumo[20] (infra D.lgs. n. 206/2005) che detterà “legge”, la Direttiva 2000/31/CE, nonché la Direttiva Europea 85/374/CEE, inerente la Product Liability[21]. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (sentenza C-298/07) ha, inoltre, già da tempo stabilito che chi fa commercio elettronico deve mettere a disposizione un contatto efficace con i consumatori, nel senso che il consumatore deve sempre avere la possibilità di chiedere chiarimenti o comunque prendere contatti col venditore, anche prima della stipula del contratto[22].

Ebbene, ora più che mai, visto il totale shift nel mondo tecnologico, gli operatori della moda devono aggiornarsi, nonché adeguarsi alle policy informatiche. La Cyber sicurezza, visti gli ultimissimi attacchi hacker di Geox e Luxottica, nonché del caso Swatch, riveste ancora una volta un importanza vitale, se non principale: il rischio è implicito. Bastano pochissime informazioni a completare le c.d. “transazioni Card not present”; difatti, i cyber criminali – molto spesso – acquistano informazioni “in blocco” dai marketplace presenti nel Deepweb e incrociano taluni dati con le poche informazioni necessarie a completare l’acquisto online[23] (e non solo). Le uniche “ancore di salvezza” saranno – ancora una volta – l’autenticazione multi-fattore[24] e un’autorizzazione – un po più futuristica – mediante l’utilizzo di scan biometrici[25].

Ancora una volta, le industrie del lusso e della moda saranno pronte ad adeguarsi a tutto ciò?

Note:

[1] La malattia da Coronavirus (COVID-19) colpisce in vari modi. La maggior parte delle persone presenta sintomi lievi o moderati e guarisce senza necessità di ricovero.

[2] Abbreviazione del termine high-technology, su Garzanti Linguistica, https://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=hi-tech

[3] L’imprenditore Pugliese è salito agli onori della cronaca per essere nominato Presidente della Camera della Moda Italiana.

[4] MAMe, “Milano Fashion week: ottime prestazioni per le sfilate digitali”, 2020,  https://www.mam-e.it/moda/milano-fashion-week-ottime-prestazioni-per-le-sfilate-digitali/.

[5] Solo in Cina si sono generate oltre 26 milioni di visualizzazioni.

[6] Vogue, “Milano Fashion Week: la prima edizione digitale a luglio 2020”, 6 maggio 2020,

 https://www.vogue.it/moda/article/milano-fashion-week-digitale-luglio-2020.

[7] Interamente visibile sul sito cameramoda.it, nonché sul sito del “The New York Times” (partner ufficiale della Milano Fashion Week).

[8] MAMe, “Attesa la prima edizione della Milano Digital Fashion Week”, 2020, https://www.mam-e.it/moda/milano-digital-fashion-week-la-moda-riparte-dal-digitale/.

[9] Dal 22 al 28 settembre 2020.

[10] AGI, “Stop alle passerelle digitali, Milano Fashion week torna “in presenza”, 2020, .

[11] La Giorgio Armani S.p.A. è un’azienda italiana che opera nel campo della moda, del design e del lusso, fondata da Giorgio Armani e Sergio Galeotti nel 1975. Il gruppo disegna, produce e distribuisce prodotti di moda, abiti, accessori, occhiali, orologi, gioielli, cosmetici, profumi, mobili e complementi d’arredo

[12] MF Fashion, “Digital fashion week, ottime performance per Milano”, 2020, su

 https://www.mffashion.com/news/livestage/digital-fashion-week-ottime-performance-per-milano-202007291103305144.

[13] La cifra rappresenta il 58% dell’EMV totale delle Digital fashion week, che è pari a circa 10 milioni di euro.

[14] Difatti, fino ad oggi le aziende preferivano affidarsi a fornitori esperti per gestire i propri negozi virtuali tenendo invece quella dei punti vendita fisici per sé, ma ora il processo si sta invertendo con le imprese che creano strutture al proprio interno per raggiungere una gestione unica di tutti i canali di vendita.

[15] Il commercio elettronico comprende tutte le procedure che adottano strumentazioni elettroniche, e non solo le transazioni che avvengono in una rete telematica. Il commercio elettronico non si esaurisce nello strumento per il contatto tra fornitore e consumatore, ma si estende a tutte le fasi della distribuzione.

[16] Come riportato su https://maxvalle.it/normativa-italiana-sugli-ecommerce.

[17] Il 94% degli utenti si informano online prima di effettuare acquisti in un negozio tradizionale.

[18] Dati comunicati durante il “Netcomm Forum Live” tenutosi dal 6 al 7 maggio 2020.

[19] Di particolare rilevanza è l’art. 7 del D.lgs. n.70/2003 che definisce le informazioni obbligatorie generali che devono essere fornite dal prestatore di un servizio ai destinatari del servizio stesso ed alle competenti autorità nonché le modalità per renderle accessibili, in modo facile, diretto e permanente.

[20] Vedasi il diritto di recesso, ai sensi dell’art. 52 del decreto legislativo 6 settembre 2005 n. 206 “Codice del Consumo”, ove il Consumatore ha diritto di recedere dal contratto concluso on line con il Venditore senza alcuna penalità e senza dover fornire alcuna motivazione, entro 14 giorni dal giorno in cui, il Consumatore o un terzo diverso dal vettore e designato dal Consumatore, ha ricevuto il bene (capi di abbigliamento) acquistato sul sito web.

[21] Per quanto riguarda eventuali danni provocati da difetti dei beni, si applicano le disposizioni di cui alla direttiva europea 85/374/CEE e al Decreto legislativo italiano n. 206/2005 (Codice del Consumo). Oltretutto, gioca un ruolo fondamentale la normativa che stabilisce requisiti di sicurezza. Per alcuni prodotti la normativa è specifica mentre per le altre categorie di prodotti valgono gli obblighi generali stabiliti dagli artt. 102-112 del codice del consumo, D. lgs. 206/2005. In particolare, possono essere messi a disposizione sul mercato solo prodotti sicuri: i prodotti offerti in vendita al consumatore finale non devono presentare alcun rischio per la salute e la sicurezza, o devono presentare solo rischi minimi e accettabili compatibili con un livello elevato di tutela della salute e della sicurezza delle persone.

[22] Si veda: Bruno Saetta, “Aspetti giuridici dell’e-commerce”, 2018, https://brunosaetta.it/diritto/aspetti-giuridici-dellecommerce.html.

[23] Cyber Security 360, “Cyber Security ed E-commerce: rischi e soluzioni per proteggere la propria piattaforma”, https://www.cybersecurity360.it/nuove-minacce/cyber-security-ed-e-commerce-rischi-e-soluzioni-per-proteggere-la-propria-piattaforma/.

[24] Definita anche 2FA o MFA (Multi-Factor Authentication), rappresenta un’ulteriore sicurezza ed è oggi il sistema di protezione più sicuro che abbiamo a disposizione per proteggere i nostri account.

[25] Sul punto si veda Cyber security 360, “Biometria, la terza dimensione della cyber security: soluzioni e problematiche di sicurezza”, https://www.cybersecurity360.it/nuove-minacce/biometria-la-terza-dimensione-della-cyber-security-soluzioni-e-problematiche-di-sicurezza/

Per ulteriori approfondimenti si legga:

Raco, L’impatto del coronavirus sulla Fashion Industry, Ius in itinere, disponibile su https://www.iusinitinere.it/limpatto-del-coronavirus-sulla-fashion-industry-26723

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