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Fridays for Future: i giovani e le politiche per il clima

Il 30 agosto 2018 la quindicenne Greta Thunberg, seduta fuori al Parlamento Svedese, ha dichiarato di scioperare dalla scuola per protesta contro la mancanza di azioni efficaci contro il cambiamento climatico da parte delle istituzioni. Le sue azioni sono state accompagnate da un messaggio molto chiaro: l’inutilità di andare a scuola dal momento che il futuro della sua generazione è a rischio e poco viene fatto per evitarlo[1].

Da un’iniziativa volontaria e individuale, la protesta di Greta, che ancora oggi continua tutti i venerdì, è diventata un’ispirazione e un esempio per molti altri coetanei che si sono uniti allo sciopero. Da quel 30 Agosto ad oggi migliaia di ragazzi e ragazze in tutto il mondo scioperano ogni venerdì per ricordare alle istituzioni l’urgenza dell’azione per contrastare i pericoli del cambiamento climatico di origine antropogenica.

Il movimento, ormai virale e in crescita esponenziale, ha preso il nome di Fridays For Future[2] ed è composto principalmente da studenti giovanissimi che sentono la necessità di prendersi cura del proprio futuro.

Questa marcia internazionale ha messo piede anche in Italia da qualche settimana e conta sempre più gruppi locali che si uniscono per protestare: Roma, Milano, Napoli, Como, Pavia, Genova, Parma, Padova, Torino, Treviso, Modena, Firenze, Udine, Alba, Bari, …[3]

Greta Thunberg, oggi un personaggio influente sull’argomento[4], ha dato voce a una generazione che è più sensibile alle tematiche ambientali e sociali rispetto a quelle precedenti e che vivrà in modo più acuto le conseguenze del cambiamento climatico.

Qual è il messaggio della loro protesta esattamente?

Il principale messaggio della loro protesta riguarda la richiesta alle istituzioni politiche nazionali di rispettare i limiti di emissioni dichiarate dagli Accordi di Parigi e di prendere sul serio il problema del cambiamento climatico attraverso decisioni drastiche.[5]

In particolare, così come recita il sito italiano del movimento, FFF dichiara di svolgere “un’Azione Politica,” ovvero esercitare “pressione dal basso verso i leader affinché mettano finalmente il cambiamento climatico al centro della loro agenda.” E specificano che “Fridays For Future è però Apartitico” per contrastare ogni strumentalizzazione.

Su cosa si basano esattamente gli argomenti della loro protesta?

Gli Accordi di Parigi del 2015 hanno stabilito dei numeri e delle condizioni ben chiare a cui i diversi paesi devono attenersi. È stato infatti il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima a cui hanno aderito 196 paesi volto a limitare l’aumento della temperatura globale entro il 2100 sotto i 2°C (obiettivo light) ma possibilmente sotto 1,5° rispetto ai livelli precedenti la rivoluzione industriale[6].

L’accordo è entrato in vigore il 22 aprile 2016[7]. Tutti i paesi hanno dichiarato i propri obiettivi più o meno ambiziosi rispetto alla riduzione delle emissioni di CO2 per poter mantenere la temperatura globale sotto i gradi stabiliti. Limitare il riscaldamento richiede però dei cambiamenti radicali, ambiziosi e senza precedenti da parte dei governi in pochissimo tempo[8].

Dal 2015 ad oggi già molte critiche sono state mosse da scienziati e gruppi ambientalisti sugli obiettivi di Parigi considerati ‘poco ambiziosi e poco rigidi’ nei confronti dei governi[9]. Infatti, il Climate Action Tracker che monitora le azioni di paesi rispetto ai loro target e alle necessità del pianeta, ha dimostrato che in realtà, gli obiettivi che ciascun paese ha dichiarato durante gli accordi di Parigi non sono sufficienti a mantenere l’aumento di temperatura del pianeta sotto i 2°C.

Quindi, anche se tutti i paesi dovessero raggiungere il target definito, la temperatura aumenterebbe comunque di 3°C[10]. Il movimento di Fridays for Future non solo denuncia questa inconsistenza ma protesta anche contro l’inattività dei paesi nel raggiungere gli obiettivi già fissati[11].

L’ultimo Report dell’ONU su “Emissions Gap” evidenzia come le politiche oggi in attuazione nei diversi paesi (analizzando quelli del G20) non sono sufficienti per raggiungere le percentuali di riduzione dichiarate dagli Stati firmatari.[12]

A rimarcare la gravità e l’urgenza della situazione ha contribuito il report pubblicato dall’IPCC a ottobre 2018[13] che rivede le informazioni alla base degli accordi di Parigi proponendo l’obiettivo dell’aumento 1,5° come l’unico a cui ambire per poter evitare catastrofi climatiche irreversibili. Quindi, gli obiettivi di riduzione drastica delle emissioni dovrebbero essere raggiunti già entro il 2030 perché la temperatura sarà già aumentata di 1,5°[14].

Gli obiettivi legati alle emissioni per ridurre il riscaldamento del pianeta. Fonte: Climate Interactive, 2016

L’annuale COP24 di Katowice in Polonia tenutosi a dicembre 2018 avrebbe dovuto raccogliere e trasmettere questa urgenza ai paesi partecipanti ma, da molti, è stato definito un insuccesso al riguardo[15] ed è stato criticato dagli stessi rappresentanti del movimento Fridays For Future in protesta fuori la conferenza internazionale.

In questa occasione Greta Thunberg è stata invitata a parlare come rappresentante e portavoce delle preoccupazioni sul futuro della sua generazione lanciando un’accusa ai leader mondiali per l’assenza di tempo a disposizione per agire[16].

In seguito alla deludente conferenza, tra dicembre e gennaio il movimento FFF ha visto un’impennata di sostenitori e una rapida nascita dei gruppi locali che, attraverso i social media e il passaparola si sono organizzati nelle azioni di sciopero[17].

Qual è la situazione e la prospettiva in Italia?

Anche in Italia i capitoli locali si ritrovano per protestare nei luoghi che rappresentano le istituzioni nazionali ma anche quelle locali come municipi e regioni. Infatti, è fondamentale ricordare come la responsabilità e il contributo di enti locali e regionali è stato definito ugualmente determinante nell’abbattimento delle emissioni e nel raggiungimento degli obiettivi globali[18].

La protesta qui si è strutturata con diversi gruppi facebook, instagram e un sito su cui sono raccolte news, regole di protesta e informazioni scientifiche utili da conoscere[19]. Insieme a tutti gli altri paesi anche l’Italia parteciperà alla protesta nazionale del 15 marzo 2019.

L’Italia potrebbe potenzialmente avere un ruolo da capofila per far pressione sul rispetto dei target dell’accordo di Parigi e quelli dettati dal rapporto IPCC. Il nostro paese, infatti, è tra gli Stati in Europa e nel mondo che risente e risentirà maggiormente degli effetti del cambiamento climatico nei prossimi anni.

In Italia, gli eventi calamitosi provocati dai cambiamenti climatici si stanno intensificando sempre di più: frane, alluvioni, incendi boschivi, nubifragi, eventi climatici estremi, ondate di calore.[20]

Le conseguenze per la penisola saranno di diversa natura ma ugualmente dannose.

Si prevede che sia a rischio desertificazione quasi il 21% del territorio nazionale, il 41% del quale nel Sud del Paese. Se si riuscisse a mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C “si dimezza la riduzione della disponibilità di acqua e si riduce del 30% (rispetto ad un riscaldamento di 2 gradi) la durata di siccità eccezionali”[21] L’Italia infatti ha una chiara convenienza ad agire rapidamente ed in profondità per tenere sotto 1,5° il riscaldamento.

In questo paese il 70% della popolazione[22] vive entro 10 km dalla costa e le aree più vulnerabili come quella tra Venezia e Trieste vedranno il retrocedere della costa di 30 km entro il 2100. Se si riducono sensibilmente le emissioni di gas serra mantenendo l’aumento sotto 1,5°, si prevede comunque un incremento del livello marino di 50 cm che invece aumenterebbe fino a 97cm se non fossero prese delle risoluzioni drastiche da parte dei governi[23].

Dal canto suo l’Italia ha visto diminuire le sue emissioni di gas serra del 20% nel periodo 1995-2015 come conseguenza, in parte, dei minori consumi durante e dopo la crisi economica. Dal 2015 ad oggi però, in concordanza con tutta l’UE, le emissioni hanno visto un leggero aumento ponendo l’Italia e l’Europa nella fascia di paesi che stanno facendo azioni ‘insufficienti’ rispetto agli impegni presi[24]. Emissioni che dipendono per il 76,1% dalle attività produttive[25] e per il 23,9% dai consumi familiari.

Il movimento Fridays for Future potrebbe quindi avere sia un’influenza sulle regolamentazioni e sugli investimenti nazionali ma anche sui comportamenti dei singoli cittadini.

Nonostante sia un problema poco discusso dall’informazione italiana, il cambiamento climatico è diventato recentemente una delle principali paure e preoccupazioni anche in Italia e la prima al mondo. Dall’ultimo Report Pew Resarch 2019[26] sulle principali minacce percepite, emerge che il 71% degli italiani è spaventato dalle conseguenze del cambiamento climatico[27].

La crescita di questo dato negli ultimi anni si concretizza con l’espansione della protesta sul clima che coinvolge principalmente ragazzi della Generazione Z (13-21) e i Millenials di fatto molto più legati ai temi sociali e ambientali rispetto alle generazioni precedenti[28].

 Qual è la reazione delle istituzioni ad oggi in risposta alla protesta?

La reazione alla protesta dei diversi leader globali ha contato voci sia di sostegno che discordanti ma, in generale, ancora poco proattive attraverso le azioni concrete.

La cancelliera tedesca Angela Merkel ha risposto in modo controverso associando i gruppi di ragazzi al warfare ibrido o a influenze straniere, poi, però ritrattando e dichiarando il suo appoggio al movimento[29].

Un commento simile da parte di un Ministro belga l’ha portata alle dimissioni forzate. In Belgio la protesta ha coinvolto più di 135.000 persone in poche settimane[30].

In Australia, invece, il Primo Ministro ha ritenuto inopportuno lo sciopero scolastico degli studenti dichiarando di non volere che i ragazzi si occupino di temi propri del Parlamento.[31]

Theresa May ha sostenuto una dichiarazione simile definendo la protesta una ‘perdita di tempo’ per la loro educazione.[32] In Italia, invece, il governo non si è ancora espresso sulla vicenda.

In conclusione, il movimento Fridays for Future rappresenta una grande opportunità perché unisce a livello internazionale una fetta di cittadini attivamente coinvolti e interessati in un tema urgente da trattare per la popolazione globale. L’influenza di questo movimento, se continua a crescere in ordine esponenziale, potrebbe raggiungere obiettivi concreti.

La peculiarità è la componente ultra-giovanile che si dichiara parte attiva e interessata a un tema di portata globale. Dal punto di vista dei politici però questa componente viene percepita come una debolezza e si tende a trattare i messaggi veicolati in chiave ‘meno seria’.

Il rischio, infatti, potrebbe anche essere di generare frustrazione e abbandono per la mancata risposta o, viceversa, di favorire la strumentalizzazione politica del movimento.

Per poter aggirare questo pregiudizio anche tutti gli altri cittadini, così come sta succedendo con genitori e professori, andrebbero informati, sensibilizzati e coinvolti così da passare da un’azione di protesta ad azioni anche progettuali e concrete nei prossimi mesi.

“Sono preoccupato sul mio futuro. Il futuro è ciò per cui sto combattendo. Questo è un movimento globale e abbiamo bisogno che tutti siano a bardo” McRae, 13 anni[33].

 

[1] D. Crouch, The Swedish 15-year-old who’s cutting class to fight the climate crisis, The Guardian, Sett. 2018, disponibile qui: https://www.theguardian.com/science/2018/sep/01/swedish-15-year-old-cutting-class-to-fight-the-climate-crisis

[2] Fridays for Future, Sito Web, disponibile qui: https://www.fridaysforfuture.org/

[3] Fridays for Future in Italia, i404, Feb. 2019, disponibile qui: https://i404.it/agenda/fridays-for-future-italia/

[4] G. Thunberg, The disarming case to act right now on climate change, TED talk Stoccolma, 2018, disponibile qui: https://www.youtube.com/watch?v=H2QxFM9y0tY

[5] A. Sahebi, Scioperi in tutta Italia per l’ambiente: “In piazza ogni venerdì per chiedere una rivoluzione verde”, TPI, Feb. 2019, disponibile qui:

[6] ONU, List of Parties that signed the Paris Agreement, UN Sustainable Development Goals, Apr. 2016, disponibile qui:

[7] G. Ficuciello, Da Kyoto a Katowice: accordi sul clima e operatività, Ius in Itinere, Dic. 2018, disponibile qui: https://www.iusinitinere.it/da-kyoto-a-katowice-accordi-sul-clima-e-operativita-15318

[8] IPCC, Global Warming of 1.5 ºC, IPCC, Ott. 2018, disponibile qui:

[9] B. Dennis, C. Mooney, Countries made only modest climate-change promises in Paris. They’re falling short anyway. The Washington Post, Feb. 2018, disponibile qui: https://www.washingtonpost.com/national/health-science/its-not-fast-enough-its-not-big-enough-theres-not-enough-action/2018/02/19/5cf0a7d4-015a-11e8-9d31-d72cf78dbeee_story.html?noredirect=on&utm_term=.d695d728671d

[10] Climate Action Tracker, Some progress since Paris, but not enough, as governments amble towards 3°C of warming, Climate Action Tracker, Dic. 2018, disponibile qui https://climateactiontracker.org/publications/warming-projections-global-update-dec-2018/

[11] Fridays for Future Italia, Sezioni Problemi e Proposte, 2019

[12] UN Environment, Emissions Gap Report 2018, Nov. 2018, disponibile qui:

[13] P. Soldavini, Climate change, allarme dell’Ipcc: «Agire subito o sarà catastrofe», Il Sole 24 Ore, Ott. 2018, disponibile qui:

[14] IPCC, Global Warming of 1.5 ºC, Ott. 2018, disponibile qui:

[15] G. Ficuciello, COP24 giunta al termine: successo o insuccesso?, Ius in Itinere, Dic. 2018, disponibile qui: https://www.iusinitinere.it/cop24-giunta-al-termine-successo-o-insuccesso-16440

[16] Coonect4Climate, Greta Thunberg full speech at UN Climate Change COP24 Conference, Dic. 2018, disponibile qui: https://www.youtube.com/watch?v=VFkQSGyeCWg

[17] Fridays For Future: Gruppi Facebook, ; Gruppi Instagram,

[18] UN Environment, Emissions Gap Report 2018, Nov. 2018, disponibile qui: https://wedocs.unep.org/bitstream/handle/20.500.11822/26879/EGR2018_ESEN.pdf?sequence=10

[19] Fridays for Future Italia, Sito Web, 2019, disponibile qui:

[20] ISTAT, Rapporto SDG 2018, Informazioni Statistiche per l’Agenda 2030 In Italia: Prime Analisi, ISTAT, 2018, disponibile qui: https://www.istat.it/it/files/2018/07/SDGs.pdf

[21] C. F. Schleussner, T.K. Lissner, E. M. Fischer, et al., Differential climate impacts for policy-relevant limits to global warming: the case of 1.5 ◦C and 2 ◦C, Earth Syst. Dynamics, Apr. 2016, disponibile qui: https://www.earth-syst-dynam.net/7/327/2016/esd-7-327-2016.pdf

[22] Annuario dei dati ambientali 2017, ISPRA Ambiente, 2017, disponibile qui: https://annuario.isprambiente.it/

[23] E. Degano, 2100, le mappe dell’Italia sott’acqua, National Geographic, Gennaio 2017, disponibile qui:

[24] Some progress since Paris, but not enough, as governments amble towards 3°C of warming, Climate Action Tracker, Dic. 2018, disponibile qui https://climateactiontracker.org/publications/warming-projections-global-update-dec-2018/

[25] In Italia le emissioni nel manifatturiero e nella fornitura di elettricità, gas, vapore e aria condizionata è particolarmente elevata (30% circa), in ISTAT, Rapporto SDG 2018, Informazioni Statistiche per l’Agenda 2030 In Italia: Prime Analisi, ISTAT, 2018, disponibile qui: https://www.istat.it/it/files/2018/07/SDGs.pdf

[26] J. Poushter, C. Huang, Climate Change Still Seen as the Top Global Threat, but Cyberattacks a Rising Concern, Pew Research, Feb 2019, disponibile qui: http://www.pewglobal.org/2019/02/10/climate-change-still-seen-as-the-top-global-threat-but-cyberattacks-a-rising-concern/

[27] Info Data Sole 24 ore, Quali sono le grandi paure del mondo? Vince il cambiamento climatico, Il Sole 24 Ore, Feb 2019, disponibile qui:

[28] K. Parker, N. Graf, R. Igielnik, Generation Z Looks a Lot Like Millennials on Key Social and Political Issues, Pew Research Center, Gen, 2019, disponibile qui: http://www.pewsocialtrends.org/2019/01/17/generation-z-looks-a-lot-like-millennials-on-key-social-and-political-issues/

[29] J. Delcker, Merkel backs climate protests after talk of hybrid warfare, Politico, Feb. 2019, disponibile qui: https://www.politico.eu/article/angela-merkel-climate-protests-russia-questions-whos-fueling-student-climate-movement/

[30] S. Van Dorpe, Flemish minister quits over false climate protest claim, Politico, Feb 2019, https://www.politico.eu/article/flemish-minister-urged-to-quit-over-false-climate-protest-claim/

[31] Australian Associated Press, Scott Morrison tells students striking over climate change to be ‘less activist’, The Guardian, Nov. 2018, disponibile qui: https://www.theguardian.com/environment/2018/nov/26/scott-morrison-tells-students-striking-over-climate-change-to-be-less-activist

[32] Climate strike: Schoolchildren protest over climate change, BBC News, Feb 2019, disponibile qui: https://www.bbc.com/news/uk-47250424

[33] Too young to vote, children strike, protest and sue for climate action, Japantimes, Dic. 2018, disponibile qui: https://www.japantimes.co.jp/news/2018/12/01/world/science-health-world/young-vote-

children-strike-protest-sue-climate-action/#.XGu2pM9KhQJ

Fonte immagine: Philipp Rothe in Schüler demonstrieren für bessere Klimapolitik, Rhein-Neckar-Zeitung, Gen.2019

Claudia Zampella

nata ad Aversa nel giugno 1992. Laurea al Politecnico di Milano in Product-Service System Design in doppia laurea con la Tongji University di Shanghai e con il Politecnico di Torino. Tesi sul ruolo del design per la progettazione di servizi pubblici in paesi con un basso capitale sociale dal titolo "A design toolkit to engage citizens in innovating public policies within weak contexts" Area di interesse: Politica Economica Interessi: il service design thinking per i servizi e le politiche pubbliche, progettazione cittadino-centrica, sperimentazione nelle politiche pubbliche, public procurement innovation, tecnologia e dati per le decisioni pubbliche, tecnologie civiche, sostenibilità e diritti umani Lavoro attuale: Civic Service Designer presso una Società Benefit che si occupa di design e tecnologia per l'innovazione sociale attraverso la consulenza e la formazione Obiettivi futuri: diffusione delle competenze del design per l'innovazione sociale e pubblica in altri contesti; creazione di una community regionale interessata alla pratica e alla sperimentazione di questi temi.

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