I “Panda Bond”: cosa sono e a cosa servono
Prima dei Panda Bond è opportuno ricordare che, lo scorso marzo, la Repubblica Italiana ha ottenuto il memorandum of understanding riguardante l’iniziativa geopolitica ed economica cinese Belt and Road (BRI).
La Belt and Road[1] è un’iniziativa strategica, ideata dalla Cina, volta al “miglioramento dei suoi collegamenti commerciali con i Paesi dell’Eurasia”[2]. Oggetto di questo accordo-quadro tra Italia e Cina è la sottoscrizione di ben 29 mini-accordi istituzionali e commerciali; uno di questi è stato siglato tra l’amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti Fabrizio Palermo e il Chairman di Bank of China Chen Siqing, accordo che riguarda la realizzazione di un piano di emissioni obbligazionarie da svariati miliardi di Renminbi, con l’intento di finanziare le imprese italiane che investono e lavorano in Cina tramite i cosiddetti Panda bond: si tratta di titoli obbligazionari destinati ad investitori istituzionali operanti in Cina.
I proventi derivanti dalle emissioni verranno utilizzati per finanziare succursali o controllate di aziende italiane con sede in Cina e quindi per supportare la loro crescita. Più precisamente, questi titoli obbligazionari potranno essere emessi da qualsiasi emittente con sede al di fuori della Repubblica popolare cinese, dunque anche da parte di società cinese con sede legale al di fuori dei confini.
L’Italia si è così unita al piccolo e selezionato gruppo di Stati Membri dell’UE -Polonia, Portogallo e Ungheria- autorizzati ad emettere Panda bond sul mercato interbancario cinese.
Successivamente alla stipulazione dell’accordo, l’AD di Cassa depositi e prestiti ha dichiarato ai giornalisti “In Cdp abbiamo circa 60 aziende italiane che operano in Cina, nelle quali abbiamo una partecipazione diretta o indiretta, che generano 3,5 mld di fatturato. Cdp è pronta a compiere un importante salto di qualità con la Cina. Vogliamo realizzare un supporto finanziario più strutturato alle imprese italiane in Cina per affrontare la crescente domanda del Made in Italy. Per questo lanceremo i Panda bond che finanzieranno le PMI in Cina.”
Quali sono i vantaggi e i costi dell’emissione di questi Panda bond?
Sono uno strumento finanziario previsto per aumentare le possibilità di investimento in Renminbi, vengono oggi usati da imprese estere per la raccolta di fondi in un Paese dove l’accesso al credito, per ragioni politiche ed economiche, è molto difficile e complicato per le imprese estere che vi operano. [3]
La Repubblica popolare cinese, tramite i Panda Bond, sta aumentando lo status internazionale del Renminbi e innalzando il profilo della Cina sui mercati finanziari internazionali; infatti, come il commercio della Cina con il resto del mondo si è notevolmente espanso negli ultimi 15 anni, allo stesso tempo anche la sua valuta, il Renminbi, si è internazionalizzata e si è trasformata in una valuta accettata a livello globale che consente più flussi di capitali transfrontalieri.[4] Al 30 giugno 2018, il mercato obbligazionario onshore cinese era il terzo più grande al mondo, con 11,9 trilioni di dollari di obbligazioni in circolazione, collocandosi dietro Stati Uniti e Giappone.
L’adesione straniera al mercato obbligazionario cinese interno è comunque ancora bassa, la possibilità di accesso delle entità straniere alla partecipazione all’emissione di obbligazioni Panda è uno dei passaggi delle autorità presi per aumentare la diversificazione del mercato e l’intervento straniero[5].
La prima operazione italiana sul mercato cinese si è conclusa il 30 settembre con l’emissione da parte di Cdp di titoli obbligazionari del valore di 1 miliardo di Renminbi per supportare l’azienda SAME-Deutz Fahr in Cina. Cassa Depositi e Prestiti è così diventato il primo emittente italiano – e primo Istituto Nazionale di Promozione dell’UE – ad emettere obbligazioni in valuta cinese in Cina.[6]
Si tratta sostanzialmente ancora di un fatto nuovo su un mercato relativamente giovane e ancora sconosciuto, quello che ci si prospetta accadrà in futuro sarà sicuramente acconsentire la circolazione e lo scambio di questi titoli in borsa, e non solo a livello interbancario come sta accadendo ora.
Inoltre, anche la Borsa di Hong Kong potrebbe subire una flessione sui suoi titoli “Dim Sum” (termine usato per descrivere l’esperienza del pranzo cantonese moderno), perché appunto non sarà probabilmente più necessario scambiare titoli ad Hong Kong per finanziare le aziende operanti nella Mainland China. Allo stesso tempo, fino a quando non ci sarà una politica europea comune, l’Europa, o meglio, i singoli Stati che vi partecipano e che vi parteciperanno, cercheranno di ottenere una corsia privilegiata nei flussi di investimento cinesi in Europa.
[1] Per un approfondimento sul tema: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/chinas-belt-and-road-game-changer-16775
[2] Mobley, Terry. “The Belt and Road Initiative: Insights from China’s Backyard.” Strategic Studies Quarterly, vol. 13, no. 3, 2019, pp. 52–72.
[3] Nixon, William, et al. “The Offshore Renminbi Market and Renminbi Internationalisation.” China’s Domestic Transformation in a Global Context, ANU Press, 2015, pp. 271–296.
[4] Cheung, Yin-Wong, et al. “Why Does China Attempt to Internationalise the Renminbi?” Rising China: Global Challenges and Opportunities, ANU Press, 2011, pp. 45–68.
[5] Per un approfondimento sul tema: https://assets.kpmg/content/dam/kpmg/cn/pdf/en/2018/10/panda-bonds-a-new-landscape-in-china-s-bond-market.pdf
[6] Per un approfondimento sul tema: https://www.cdp.it/sitointernet/page/it/sdf_cresce_in_cina_con_cassa_depositi_e_prestiti?contentId=PRG25772
Fonte immagine: https://www.firstonline.info/panda-bond-in-arrivo-ecco-cosa-sono-e-come-funzionano/