ZES: prospettive, strategie e aspettative
Le ZES, ad oggi, presentano un andamento lento, un decollo poco favorevole alle aspettative create con l’introduzione di quest’ultime con il D. Lgs 91 del 20 giugno 2017, convertito in legge il 3 agosto dello stesso anno, n.123; infatti si sta aspettando che la manovra economica metta in chiaro le risorse e i commissari garantiti.
Chi ha già ricevuto il “via libera” sono le ZES di Campania, Calabria, Puglia Jonica e Puglia Adriatica, mentre sono in sviluppo quelle di Abruzzo, Sicilia (due) e Sardegna; l’Italia ha adottato questo strumento per dare al Mezzogiorno, in particolare, e a tutto il territorio nazionale una “boccata di ossigeno” all’economia, che a causa di crisi industriali, ad esempio l’ex Ilva e Whirpool, sta vivendo un periodo non prospero.
Secondo il Governo: «Le Zes approvate sono operative – secondo fonti del ministero per il Mezzogiorno – verificheremo quali esigenze emergono dai singoli piani messi a punto sui territori in occasione di una imminente cabina di regia»; per quanto riguarda i fondi, nell’ultima legge di Stabilità, sono stati finanziati circa 250 milioni utili ad incentivare la crescita dimensionale delle imprese; a questi si affiancheranno ai 207 milioni – stanziati dal Decreto Mezzogiorno – per il credito di imposta e ai 300 milioni, per i grandi investimenti in cui interviene un soggetto terzo, un venture capitalist[1], finanziati col Decreto Crescita.
La Campania è stata una delle prime ad approvare una zona economica speciale, comprendente i porti di Napoli e Salerno, gli aeroporti e gli interporti di Nola e Marcianise, basandola sugli esempi di Cina e Dubai; mentre per la Puglia (ZES Jonica e ZES Adriatica) e la Calabria si stanno definendo gli ultimi dettagli dei piani, con la designazione del Consiglio e ministero delle Infrastrutture; Sicilia e Sardegna, invece, aspettano il via libera da parte di Roma, in Sicilia circa il 90% del territorio è stato interessato alla pianificazione di una ZES[2].
Le priorità principali individuate dalla “cabina di regia per l’internazionalizzazione”- la quale possiede le competenze e le componenti del commercio estero riconoscendogli la “diplomazia economica” – sono la valorizzazione delle eccellenze italiane nel settore scientifico e dell’innovazione e il rafforzamento delle piccole e medie imprese, aprendoli al processo di globalizzazione, grazie al Piano Straordinario per il Made in Italy, che ha l’obiettivo di assicurare una continuità – a cadenza triennale – della strategia di internazionalizzazione delle imprese, e al Piano “Vivere all’Italiana”, con lo scopo di integrare la dimensione economico-commerciale con la proiezione della cultura italiana all’estero.
Le “missioni” economiche, per il 2020, del Sistema Italia riguardano i settori B2B (Business to Business) – missione imprenditoriale, pluri-settoriale, a guida istituzionale, con sessione plenaria, tavoli tecnici settoriali e incontri – Road show[3] e missioni per l’attrazione degli investimenti esteri e dei settori ad alta tecnologia; inoltre, sono stati individuati 4/5 Paesi (fra cui Cina, Stati Uniti, Giappone, Canada, Russia e India) verso i quali sono stati adottati dei veri e propri piani industriali che vanno a sostenere l’export e l’internazionalizzazione; mentre per l’attività di supporto sia a livello finanziario che assicurativo sono stati presi in considerazione mercati prioritari quali il Qatar, per le prospettive strategiche, e quelli nelle aree del “Stan” (tra cui Azerbaijan).
Allo stesso modo, le imprese italiane possono avvantaggiarsi di alcuni trend sociali e demografici[4] che rendono interessanti i mercati sino a oggi sono solo marginalmente destinatari delle nostre esportazioni e che aprono nuovi scenari con la possibilità di recuperare le aree in via di spopolamento attraverso forme innovative di internazionalizzazione dei territori. Infine, le attività di cooperazione fra grandi metropoli riescono a costituire piattaforme di sviluppo per le numerose aziende nazionali che si focalizzano su smart cities, Internet of Things e mobilità sostenibile.
Infatti, nel 2019 nel Piano straordinario per il Made in Italy – attuato dal Mise – sono state stanziati 140 millioni di euro stabiliti su 9 macro-linee di attività per lo sviluppo; inoltre, il gruppo Cdp ha rinnovato l’impegno in favore dell’export e dell’internazionalizzazione ponendolo tra le priorità della propria azione a sostegno dell’economia italiana e il Piano Industriale 2019-2021, approvato il 5 dicembre 2018, ha previsto la mobilitazione di 83 miliardi di euro per la crescita delle imprese, di cui oltre la metà per il sostegno all’export, fissandosi l’obiettivo di triplicare il numero di beneficiari portando il target a 60.000 aziende supportate con finanziamenti in valuta estera verso la Cina grazie all’emissione dei Panda Bond di CDP[5]; da parte cinese l’interesse per le ZES del Mezzogiorno riguarda soprattutto la possibilità di contribuire al potenziamento del ruolo di piattaforme logistiche (cfr. direttrice mediterranea della Via della Seta).[6]
L’obiettivo, quindi, è di attrarre le aziende nel territorio, logica che è stata adottata alla base dei road show organizzati da Banca Intesa Sanpaolo, per presentare il “progetto Zes” prima a Dubai e poi in Cina; va ricordato che il colosso bancario ha sostenuto il progetto e programma ZES sin dalla sua nascita nel 2017, grazie alla strategia di finanziamenti denominata Sme Iniziative[7], promossa dal Fei[8] e sponsorizzata dal Ministero per lo Sviluppo Economico e finanziato con risorse europee, nazionali e del Gruppo Bei[9].
Del resto, le potenzialità sono enormi e importanti, infatti, secondo le stime del centro Srm[10] le Zone Economiche Speciali potranno generare un incremento dell’export di circa il 40% e attraverso gli investimenti pubblici si avrà un effetto moltiplicatore su una scala 3:1 dei capitali a beneficio dei sistemi portuali e di interscambio che si diramano dal Mediterraneo; sulle tracce di Intesa Sanpaolo si è mossa anche Unicredit che si sta preparando a sostenere nel 2020 un road show per gli investitori austriaci atto a presentare le opportunità che questo progetto rappresenta per l’internazionalizzazione dei territori, nello specifico quello siciliano, su cui si sta impegnando il gruppo bancario, affermando che: «Le Zone Economiche Speciali (Zes) sono una importante opportunità per favorire l’afflusso di investimenti nelle regioni del mezzogiorno – spiega Andrea Casini, Co-Ceo Commercial Banking Italy di UniCredit –. Noi mettiamo a disposizione del territorio anche la nostra rete internazionale, con banche leader in 14 mercati strategici e una importante presenza operativa in altri 18 Paesi in tutto il mondo. Nuove iniziative sono allo studio al fine di potenziare le opportunità di crescita e di attrattività delle regioni meridionali»; sul fronte siciliano sono scesi in campo anche Irfis-Finsicilia – finanziaria controllata dalla Regione siciliana – che ha messo in campo un fondo di 84 milioni, e la Banca popolare S. Angelo a sostegno delle ZES e con lo scopo di attrarre gli investimenti utili allo sviluppo di imprese[11]; inoltre, per le zone economiche speciali del Sud si lavora ancora insieme all’Agenzia delle entrate per sbloccare il credito di imposta alle imprese della logistica, attualmente escluse.[12]
Ad oggi le perplessità sono molte da parte degli imprenditori, nello specifico Salvatore Toma – presidente della sezione Moda e delegato alla internazionalizzazione di Confindustria Puglia e Taranto – e Gianluigi Traettino – presidente di Confindustria Caserta e membro del comitato di indirizzo in Campania – evidenziano delle carenze sia per le strategie per attrarre gli investimenti, con la poca propensione alla defiscalizzazione del lavoro, sia per le poche garanzie date sulla certezza di tempi delle autorizzazioni e le norme finora adottate presentano un “generico” dimezzamento dei termini.
[1] Il Venture Capital, o fondo di Venture Capital, traducibile in capitale di ventura, è una forma d’investimento ad alto rischio, ma che può anche dare ritorni economici eccezionali. È il tipo di finanza alternativa che a cui si rivolgono le start-up e le imprese. https://www.startupbusiness.it/cose-il-venture-capital/88667/
[2] https://www.ilsole24ore.com/art/decollo-lento-le-zes-senza-certezze-fondi-e-norme-ACTryBy
[3] La road show è la presentazione ufficiale di una società che sta per essere quotata al mercato azionario e viene, solitamente, fatta dal management della società agli analisti e agli investitori istituzionali. https://it.mimi.hu/economia/road_show.html
[4] Allungamento della vita, sviluppo dei ceti medi, urbanizzazione
[5] https://www.ilsole24ore.com/art/cabina-regia-sistema-italia-sud-pmi-e-innovazione-nuove-priorita-2020-e-2021-ACN0og7
[6] https://www.ilsole24ore.com/art/sulla-via-seta-piattaforme-logistiche-mezzogiorno-ACaLCjy
[7] È uno strumento di garanzia indetto congiuntamente dal Ministero dello Sviluppo Economico, BEI, Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) e Commissione europea con lo scopo di supportare il finanziamento delle piccole e medie imprese, aumentando gli strumenti finanziari a rischio condiviso comuni per incentivare gli investimenti.
[8] Fondo europeo per gli investimenti che fa capo alla Bei
[9] Banca Europea per gli Investimenti
[10] Studi e Ricerche per il Mezzogiorno
[11] https://www.ilsole24ore.com/art/dalle-banche-26-miliardi-sostegno-investimenti-ACBzvPy
[12] https://www.ilsole24ore.com/art/per-sud-previsti-21-miliardi-spesa-tre-anni-ACvdeaJB
Fonte immagine: https://www.messaggeromarittimo.it/aree-z-e-s-in-sicilia-lunedi-stop-alle-domande/
Laureata in Sociologia all’Università di Napoli “Federico II”, tesi di laurea in Statistica per la ricerca sociale sulla comparazione degli indicatori economici e sociali che si usano per misurare il grado di povertà di un Paese.
Laureata con lode in Comunicazione, Valutazione e Ricerca Sociale presso l’Università di Roma “La Sapienza”, tesi di laurea in Sociobiologia e Teoria dei giochi, per l’analisi dell’agire strategico cooperativo in riferimento al suo grado di funzionamento all’interno della società.
Area di interesse: Politica Economica