lunedì, Aprile 22, 2024
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Il caso ISIS alla luce delle problematiche del diritto internazionale (parte II)

Premessa: la prima parte di questa riflessione in merito alle problematica del diritto internazionale legate all’ISIS è consultabile qui.

Il caso ISIS e i limiti dell’art. 51
Parte della dottrina tende a giustificare l’intervento attualmente condotto in Iraq e Siria procedendo ad una scomposizione delle azioni poste in essere al fine di poter giustificare ogni tipo di intervento unitariamente considerato. Per quando riguarda l’intervento condotto dalla coalizione a guida statunitense, che agisce in Siria principalmente tramite droni, esso viene giustificato soprattutto in virtù dell’autotutela collettiva sulla base del paradigma dello Stato unwilling or unable to react, data la mancanza di un invito ad intervenire da parte della Siria. Anche relativamente all’intervento della Russia, la tesi prevalente tende a ricondurre la stessa nei limiti dell’autotutela collettiva, fondando il presupposto dell’azione in un invito ad intervenire da parte del governo di Al-Assad.
Tale tipo di ricostruzioni, aldilà dei limiti strutturali di una prospettiva che ignora la dimensione globale dell’azione condotta in Iraq e Siria, sembrano abbastanza deboli sotto diversi aspetti. In particolare, anche da un punto di vista strettamente normativo, gli interventi considerati non solo sembrano del tutto incompatibili con una concezione classica dell’art. 51, ma, inoltre un’interpretazione estensiva del genere non potrebbe non influire sull’architettura e sul funzionamento del sistema di sicurezza collettivo dell’ONU, aprendo un varco forse decisivo alle tradizionali difficoltà ed incertezze legate all’ambito applicativo della legittima difesa.
Lo stesso rilievo parcellizzato della legittima difesa non convince affatto, soprattutto alla luce della dimensione globale assunta dalla lotta contro l’ISIS. Infatti, valutare la possibilità di ricorrere alla legittima difesa attribuendo isolatamente rilievo al consenso espresso da ogni singolo Stato in causa produrrebbe un risultato paradossale, in quanto finirebbe con il permettere ad uno Stato di decidere arbitrariamente se prestare o meno il proprio consenso limitato, per far scattare nei suoi confronti una altrettanto limitata autotutela collettiva.
In realtà, alla luce delle caratteristiche delle azioni condotte, nonché degli interessi tutelati, sembra assolutamente riduttivo dover parlare di intervento a sostegno di singoli Stati lesi. Infatti, il rilevo assunto dalla minaccia terroristica alla luce della composizione attuale della Comunità Internazionale, permette di configurare il problema ISIS in termini di minaccia globale, e dunque di articolare le relative reazioni in termini altrettanto globali, attribuendo alla coalizione a guida statunitense il ruolo di un raggruppamento di Stati volto a programmare e coordinare unitariamente le proprie attività contro l’ISIS, al fine di soddisfare le esigenze di sicurezza collettiva legate alla tutela di valori propri della Comunità Internazionale unitariamente intesa, in sostituzione del Consiglio di Sicurezza.
In definitiva, l’inquadramento giuridico della reazione militare contro l’ISIS nell’ottica del regime normativo adottato dalla Commissione del Diritto Internazionale per il Progetto di Codificazione della Responsabilità degli Stati, oltre che offrire una soluzione molto più aderente alla prassi effettiva, potrebbe aprire scenari molto interessanti per lo sviluppo del diritto internazionale, in quanto permetterebbe di verificare se il ricorso unilaterale all’uso della forza possa essere almeno in certi casi del tutto lecito, in quanto previsto e regolato dal diritto internazionale generale.

Dott. Salvatore Viglione

Nato a napoli nel 1991, vive a Melito di Napoli. Ha conseguito la laurea in giurisprudenza presso la Federico II di Napoli nel luglio 2016 con tesi in diritto internazionale. Attualmente oltre a frequentare la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali, svolge il tirocinio forense presso lo Studio Legale Mancini, specializzato in diritto penale. Ha collaborato con diverse testate editoriali, principalmente con articoli di cronaca locale e politica. Ama il calcio, anche dilettantistico e la scrittura.

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